La bella canzone d’autore, ferma, rigida, credibile. Suona bene e non ha bisogno di chissà quali trasgressioni di forma Mancino, cantautore partenopeo che torna con un nuovo disco dal titolo “L’allergia alle cose che ho amato” uscito per Disordine Dischi. Non serve molto girarci attorno con le parole: sono dischi che salvano il concetto di arte e di canzone, che non hanno ambizioni di chissà quale rivoluzione di forma e di contenuto… e, a dirla tutta, non gli serve affatto un finale simile. Va ascoltato con la pulizia di un abbandono da cliché e attese…
Mi hanno colpito alcuni "fuori pista" ed è da qui che vorrei cominciare: "Il filo" è una vera preghiera blues. Mi piace pensare che sia una preghiera in chiave blues come dici. Volontariamente lasciata scarna,piano e chitarra. È la sesta traccia dell'album e porta alla chiusura del disco. È una canzone che va a legarsi ai ragionamenti e gli argomenti che sono arrivati nei brani precedenti. Il filo parla prima a noi stessi,alle nostre paure.È Il seguire una linea nella quale ci si ritrovi,è un ricucirsi l'anima non trascinandosela dietro come fosse un peso. Liberarsi dal male,farlo per il nostro bene.
E che mi dici dell'America "funk" di "Un tempo lontano”? Un tempo lontano vuole un po' decostruire il "C'era una volta" questa convinzione , questa fiaba che il futuro e il tempo aggiusteranno le cose. Delle cose poi si sistemeranno per carità. "Vedrai domani cambierà" diceva Tenco. Volersi amare senza filtri,amarsi totalmente non è mai stato facile. Poi sul sound ,ho una predisposizione ad una ritmica Funk da sempre avendo una Telecaster, poi a volte le chitarre ci portano dove vogliono loro e noi le seguiamo. In "Un tempo lontano" è una miscela di generi,si vedono veramente le doti non solo di come si è registrato,ma anche dei musicisti che hanno vestito l'arrangiamento con me. Mario Romeo, Daniele Cortese, Bruno tomasello, Michelangelo bencivenga ,è un brano che veramente deve molto ai singoli musicisti.
E poi ancora: torni alle origini con "Sciuela". Il suono di questo brano è assai diverso dal resto... o sbaglio? Prima di ascoltarla, "Sciulea" ho pensato che questo disco fosse un modo per evitare un certo stile, una certa etichetta... che rapporto hai invece con tutto questo? “Sciulea” è una canzone molto trasparente, molto diretta molto sincera perché già c'è un filtro in meno che è quello dell'italiano,e quindi parlando col dialetto mi esprimo con una schiettezza differente. Riesco ad essere più diretto. Il Sound è sicuramente diverso da tutte le canzoni che vengono prima. Ma resta in linea con il mio cantautorato credo. È una canzone per me urgente a prescindere dalle etichette dei generi, è stata importante la collaborazione con Bruno Tomasello che in questo brano ha scardinato quelle etichette di cui parli,ha arricchito con le sue note. Per me in una canzone poi le parole e le la lingua sono relative ad una sonorità oltre che ad una cultura. Senti proprio lo scivolare delle cose parlandone, pronunciando "Sciulea".
Perché si diventa allergici alle cose che abbiamo amato? Che risposta ti sei dato? Io sono un soggetto allergico a prescindere. Quindi mi è stato naturale abbinare i sentimenti all'allergia vivendola ogni giorno. E sicuramente così come sostanze esterne ci sollecitano uno starnuto,un'allergia. La stessa cosa accade con chi abbiamo vicino. Anche con situazioni del passato, nonostante momenti importanti magari col tempo si va un po' a perdere tutto,ma in realtà non si perde ma si trasforma. L'allergia alle cose che ho amato è anche guardare il passato come un maestro che ci ha insegnato e segnato, in questo caso l'amore.
Articolo del
06/06/2024 -
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