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Brothers No More
Un esordio dai colori rock sudisti
di
Domenico Capitani
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Ruggine ai bordi e quel velo di malinconia che lascia intravedere il cemento di qualche periferia. Sono i salernitani Brothers No More che da tempo hanno pubblicato il loro EP omonimo ma solo di recente hanno restituito un video ufficiale in rete per il singolo “Technicolor”. La nostalgia dicevamo: un critica alla società moderna con un suono viscoso, sospeso, che non si preclude scelte di quel pop internazionale assai roots. Rintocchi atavici di quella paisley underground. È stato un buon antipasto. Chissà come prosegue questa storia…
Il vostro sound unisce garage, post-punk e new wave, richiamando influenze iconiche come Radiohead e Smiths. Cosa c’è alla base di questa fusione di stili? Ha senso parlare di decadentismo o comunque di emozioni poco inclini alla serenità? Alla base di questa fusione di stili c'è sopratutto l'insieme dei nostri ascolti attraverso gli anni. Un ascolto che si è via via arricchito di nuovi suoni e nuove band. Oggi siamo un po' in fissa con i FONTAINES DC e ENGLISH TEACHER, senza mai dimenticare R.E.M, INTERPOL e JOY DIVISION, però. Più che di poca serenità, parlerei di presa di coscienza di una realtà che diventa sempre più difficile e la fusione di questi due elementi sono i BNM:
Parliamo dell’ultimo singolo. "Technicolor" riflette una nostalgia per l’idealità che considero in termini generali. Pensate che il rock, nelle sue varie declinazioni, possa ancora essere un veicolo per esplorare e affrontare le contraddizioni della modernità? Credo di sì e credo che ritornerà ad esserlo sempre di più. Oggi ritengo, visto quello che sta succedendo lì dove tutto succede -UK e USA- , che la musica fatta in cameretta e presentata su una base stia un po' stancando lo spettatore/ascoltatore e questo non può che essere un bene. Anche basta!!! Ovviamente parlo dell'ascoltatore che abbia a cuore l'arte e non il qualunquista. .
In un panorama musicale che evolve rapidamente, come bilanciate l’autenticità delle radici del rock con l’esigenza di innovare il suono e la sua forma tecnica? In fondo questo disco lo sento molo “analogico” nonostante i computer che abbiamo… Non ci pensiamo alla stregua degli IDLES, dei FONTAINES DC e di ENGLISH TEACHER. Poi è ovvio che un tuo disco non può suonare come all'inizio degli anni 80, ma questo è reso in studio. I live dei FONTAINES DC sono un portento di sudore e rock ed è questo che ci interessa ed è questo che cerchiamo di riprodurre dal vivo.
Canzoni come "White Daffodils" e "The Caregiver" trattano temi profondamente umani come la perdita e la connessione. Quanto è importante per voi il rapporto tra parola e melodia per rendere universali queste emozioni? Quanto è importante il sentire umano dietro una canzone che oggi viene prima di tutto affidata (di nuovo) alle macchine? La parole di un brano sono portatrici di magia e quando questa magia si amalgama in modo perfetto con una melodia nasce un'emozione. Le emozioni sono umane -almeno per ora- e quindi credo di aver risposto anche alla seconda parte della domanda.
Il vostro EP esplora anche il commento sociale, se così posso definirlo. Sembra ci sia urgenza… e se fosse così, l’urgenza di scrivere una canzone, per voi, che cosa significa per davvero? Cioè un disco, un EP, per i BNM ha la responsabilità di…? Ha la responsabilità di essere "VERO"... maledettamente vero.
Articolo del
17/01/2025 -
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