Non c’è tempo dentro questo lavoro che in qualche modo emancipa la figura del produce e batterista Dan Cavalca. Emancipazione che inizia dal moniker che decide di portarti dietro da oggi in poi: Ride The Noise. E al “rumore” chiede una forma ciclica e ripetitiva, fatta di improvvisazioni a contorno. La sospensione non ha tempo, macchiandosi di passato e di futuro in egual misura. Ma non ha dimensione e concretezza lasciandoci sempre e comunque sospesi come dentro un sogno… forse non è un caso che tutto questo prende il nome di “Waves of the Mind”.
Questo totale modo sognante, non definito, quasi metallico... è la facciata sonora di questa società? Mi piace molto questa analogia con la società odierna, anche se, a dire il vero, non ci avevo mai pensato in questi termini. Personalmente, percepisco la musica più come un rifugio, un luogo sicuro che si distacca dalla realtà quotidiana. Per me è una sorta di finestra attraverso cui lasciar fluire le emozioni, in una dimensione sospesa, fuori dal tempo e dallo spazio.
Ho come l'impressione che un disco simile nasca da un trip. Come hai lasciato che tutto fluisse? Esiste una ragione o uno stato emotivo che l'ha permesso? Quando compongo musica – un processo che ho maturato nel tempo – parto quasi sempre da un’improvvisazione su batteria e tastiere. Registro tutto e, in un secondo momento, seleziono le idee migliori per sviluppare la produzione. Cerco intenzionalmente di creare un workflow che mi aiuti a non pensare troppo, a mettere in pausa la mente e lasciarmi guidare dall’istinto. Appena subentra una riflessione razionale nelle fasi iniziali, il brano tende a diventare più macchinoso: magari risulta più elaborato, ma perde in spontaneità, diventa un po’ frenato. Per questo motivo cerco sempre di lasciar fluire la creatività, affidandomi alla ‘pancia’. Solo in un secondo momento torno sui dettagli, per rifinire ciò che ha bisogno di essere messo a punto. In un certo senso, è un vero e proprio trip… un viaggio emotivo.
E questa copertina che ha del fantascientifico? Un po' come i tagli di Fontana forse... la realtà è dentro o fuori? L’idea dello spazio mi ha sempre affascinato, forse perché rappresenta in modo efficace qualcosa di sconosciuto, indefinito. È un'immagine abbastanza universale, capace di evocare dimensioni che vanno oltre il reale. Il ‘portale luminoso’ presente nella copertina non ha un significato preciso o definito, ma per me simboleggia un punto di transizione, un passaggio tra due dimensioni. Tuttavia, né l’interno né l’esterno di quel portale rappresentano una realtà concreta: sono entrambe proiezioni, spazi immaginari che esistono all’interno del mondo che il nostro subconscio costruisce.
Il suono analogico e digitale assieme. Ma in fondo ha senso conoscere la radice e l'origine di un suono? Il tema dei suoni analogici rispetto a quelli digitali è da sempre molto dibattuto tra musicisti. È innegabile che i timbri prodotti dalle macchine analogiche abbiano un certo calore, un fascino unico… forse più per il processo con cui vengono generati che per il suono finale in sé. Detto questo, personalmente non faccio una distinzione rigida tra suoni analogici, digitali o virtuali: mi affido all’ascolto, a ciò che il mio orecchio percepisce come più adatto al contesto. A volte mi capita perfino di dimenticare se un determinato suono sia stato creato con uno strumento analogico o virtuale, perché oggi molte produzioni digitali sono così curate da riuscire a replicare con grande fedeltà i suoni vintage. Per questo motivo non credo sia fondamentale sapere da dove provenga un suono: l'importante è come suona. Anche se, va detto, è sempre affascinante scoprire come un suono si sia trasformato, dal punto di partenza fino alla sua forma finale.
Un EP perché sono le basi di un lavoro più ampio? L’idea di pubblicare un EP è nata principalmente da una necessità pratica: avevo cinque brani pronti, che mi sembravano già completi e coerenti nel raccontare una storia. Per questo ho deciso di raccoglierli in un unico progetto, dando vita a un EP. Ovviamente ho già in programma di lavorare su nuovi pezzi, ma al momento non ho ancora deciso se usciranno come singoli o se faranno parte di un altro EP o magari di un album vero e proprio.
Articolo del
29/05/2025 -
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