Autobiografia scritta da Paul Collins, artista misconosciuto la cui carriera travagliata è inizata nella seconda metà degli anni Settanta come batterista dei Nerves, ‘I Don't Fit In’ (libro non tradotto in italiano) racconta una storia anomala e abbastanza intrigante.
Si avvicendano un esordio zoppicante, le difficoltà permanenti nel trovare scritture (e quindi farsi conoscere nel giro dei locali in cui ci si poteva esibire), il rifiuto più o meno sistematico con cui viene ricevuta la proposta musicale dei Nerves e, in seguito, degli altri progetti messi in piedi da Collins.
La freschezza irresistibile delle melodie trascinanti e armoniose dei Nerves (in cui l’esuberanza del rock and roll si sposava felicemente con l’orecchiabilità del miglior Pop degli anni Sessanta), malgrado un repertorio stringatissimo, li ha fatti diventare nel tempo un gruppo di culto. All’epoca, però, l’autore lo esprime chiaramente, i Nerves andarono incontro a un fiasco dopo l’altro, anche se contribuirono a dare il via alla scena underground losangelina.
Troppe porte chiuse, e sonorità che non incontrarono i gusti delle cricche che gestivano la scena musicale; una mancanza di sincronia con le tendenze del momento (anche quando andava forte l’irruenza del punk) che Collins ha continuato a scontare fino alla fine degli anni Novanta, periodo in cui il power pop — genere di cui lui si è poi dichiarato ironicamente il “re” — ha cominciato a godere di una rivalutazione inaspettata.
In questo testo zeppo di foto e volantini troverete riferimenti a nomi importanti (il compianto Greg Shaw e la sua etichetta Bomp!; Blondie; Ramones), stoccate alla miopia dell’industria discografica (con aneddoti surreali sulle procedure scriteriate di “promozione” di alcuni album), sogni di gloria (una gloria mai raggiunta, nonostante una breve parentesi “su major”), e gli sbattimenti senza fine con cui Collins ha proseguito per la sua strada (con i Breakaways, con i Beat e poi come solista) senza rassegnarsi davanti ai numerosi insuccessi.
Non è riuscito a diventare una star milionaria circondata da bellone, ma la sua carriera ormai più che quarantennale lo ha reso una figura molto stimata nel campo della musica indipendente. Basterebbe, tra l’altro, ascoltare i dischi che ha pubblicato nell’ultimo decennio: la carica, la vivacità e la gioia di suonare quella musica così semplice e allo stesso tempo accattivante sono intatte. Una passione e una tenacia che andrebbero premiate; magari, proprio acquistando questo libro.
Articolo del
10/01/2021 -
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