Nulla può eguagliare l’emozione di aver partecipato a un concerto di Fabrizio De André, di averlo incontrato, di riconoscere il suo passo e di averlo ascoltato parlare oltre che cantare.
E poi durante i concerti c’erano i discorsi che puntualmente pronunciava, gettando fendenti sui fatti della politica, dell’economia, della società. Ora quelle serate possiamo riviverle nel libro “Parola di Faber”, scritto da Laura Monferdini e pubblicato da Arcana. È un volume corposo, zeppo di notizie inedite, che Laura Monferdini, storica direttrice del Museo di Via del Campo a Genova, ha attinto direttamente alla fonte, ascoltando le registrazioni di un centinaio di concerti di Fabrizio. Se ce ne fosse ancora bisogno, da quei nastri inediti emerge la grande coerenza di pensiero di un intellettuale che ha avuto successo senza averlo mai cercato; un poeta coraggioso che non aveva paura di assumere posizioni politiche scomode e di stare dalla parte dei perdenti; un musicista che ha cambiato il corso della canzone.
Nei discorsi di Faber c’è l’anarco cristianesimo e c’è l’uomo che non si rifugia in una torre d’avorio e sta in mezzo alla gente. Da qui l’importanza dei suoi concerti. Attraverso quelle parole cangianti, sempre soppesate, scorre parallela la storia dell’Italia dal 1975, l’anno del primo tour di Fabrizio, alla fine del secolo peraltro così ben descritta nella Domenica delle salme. Anni di grandi cambiamenti sociali, diventati poi di piombo quando gli studenti consideravano “fratelli” le tute blu dei metalmeccanici e non fumavano la pipa della pace con gli industriali, esasperando il concetto di lotta di classe. Nei tour di De André, grazie alla forza delle parole, ritroviamo anche la storia dei giovani, quelli degli anni Settanta, così puri e strafottenti ma con il grande sogno di cambiare il mondo. Le serate memorabili, descritte minuziosamente da Laura Monferdini, sono accoppiate anche ad altre voci, quelle dei testimoni, di chi ha partecipato a quei concerti unici.
La copertina del libro è di Reinhold Kohl, Denny per gli amici della prima ora, che ha seguito Fabrizio in volo per il mondo nei concerti italiani e nell’unico giro all’estero. L’introduzione al libro è di Alfredo Franchini, amico di Fabrizio, che ha avuto il privilegio di poter assistere almeno a una data di ogni tour, dal 1975 in poi. Il volume si apre con le reminiscenze di Gianfranco Reverberi sul mondo poetico genovese degli anni Sessanta e si conclude – non poteva essere diversamente – con i ricordi di Cristiano De André che ha condiviso il palco e duettato con il padre.
Un libro di parole nuove perché, tirando le somme, alla fine dei concerti lui era sempre stato più curioso, meno stanco, meno ubriaco di noi.
Articolo del
26/01/2022 -
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