Come una gomma da masticare usata può divenire un veicolo culturale e non solo...
"Il chewingum di Nina Simone" (titolo originale “Nina Simone’s Gum”, ed. Faber & Faber, Londra 2021), libro scritto dal musicista Warren Ellis nel 2019, tradotto in italiano nel 2024 da Giovanni Garbellini ed edito in Italia da Edt, è un romanzo denso sotto vari aspetti, quasi uno studio su quanto profonda e intensa possa essere la devozione di un fan all’artista di riferimento, ma anche una testimonianza sulla trascendenza della vocazione artistica.
Scritto in uno stile brillante, asciutto, quasi giornalistico e a volte rapsodico, ma poetico e descrittivo fin nei minimi particolari, si fa apprezzare dal lettore che lo legge senza alcuno sforzo.
Un libro pieno di personaggi, di musica, ma anche di oggetti che divengono punti fermi nelle storie di vita delle persone ricordate; oggetti a volte quasi dotati di vita propria, infusa da chi li ha posseduti e che in questo modo innesca collegamenti profondi con altre persone.
Il titolo del libro si richiama a un episodio del quale fu protagonista lo stesso Ellis, che il 1° luglio del 1999 assisteva a un concerto di Nina Simone al Meltdown Festival che si teneva alla Royal Festival Hall a Londra.
Nel momento in cui la musicista e cantante si sedette al pianoforte per iniziare lo spettacolo, con un gesto poco elegante, ma si potrebbe dire significativo dello stile della Simone, si tolse di bocca un chewing gum appiccicandolo all’interno di un asciugamano che aveva sullo Steinway.
La cosa forse non fu vista da molti, ma fu notata da Warren Ellis, che estasiato seguiva il concerto in quinta fila.
Quando Nina Simone lasciò la scena, come dirà poi Nick Cave, curatore della manifestazione ma anche amico, Ellis si avviò freneticamente verso il palco e dopo essersi arrampicato sopra riuscì a recuperare l’asciugamano che la musicista aveva utilizzato durante il concerto asciugandosi la fronte per più volte.
Rapidamente Ellis prese l’asciugamano con il chewing gum all’interno infilandolo nella borsa di un negozio di dischi, portandosi via il tutto.
Feticismo? Ammirazione traslata in tutto ciò che l’artista aveva toccato o addirittura masticato?
Voglia di contenere in un solo oggetto tutto il senso di un concerto che per Ellis, come dirà successivamente, avrebbe lasciato le persone molto diverse rispetto a quando erano entrate per ascoltarlo?
Tutto questo, e ancor di più.
Infatti dal momento in cui Ellis recupererà il chewing gum (e l’asciugamano), il musicista darà inizio a tutta una serie di rituali, come la scelta del luogo dove tenere questi oggetti, la loro cura, l’idea (realizzata) di fare un calco del chewing gum masticato dalla Simone per poi farne copie in metallo prezioso creando così dei monili particolari.
Infine la decisione di inserire il chewing gum della Simone, posto in una teca di vetro come una reliquia, all’interno della mostra “Stranger Than Kindness: The Nick Cave Exhibition” organizzata (Copenaghen, dicembre 2021, febbraio 2022) dall’amico Nick Cave, dove il cimelio andrà a finire vicino alla lettera di Leonard Cohen a suo figlio Arthur, morto, e a un busto di Elvis Presley.
Il testo di Ellis, che contiene riferimenti anche ad altre “reliquie” possedute dal musicista, descrive il profondo intreccio fra oggetti e persone, fra ciò che gli oggetti possono rappresentare e come questo significato venga ad avere vita propria, riuscendo a traslarsi in avanti anche dopo la morte delle persone che hanno posseduto l’oggetto.
La meraviglia che Ellis fa percepire al lettore è che oggetti spesso piccoli, insignificanti, possono andare a costituire connessioni molto complesse fra le persone più disparate, in questo senso divengono intrisi di spiritualità proprio perché capaci di innescare amicizia, comprensione e financo amore.
Il romanzo, che mescola in modo elegante elementi reali a elementi surreali e affronta temi molto complessi, è sicuramente interessante anche perché consente una visione su una delle doti indispensabili ma spesso misconosciute degli artisti: la sensibilità.
Infine una nota su Warren Ellis che non solo è un musicista di rango, un violinista, e non solo, di altissimo livello, che per molto tempo è stato un membro dei Bad Seeds, la band di Nick Cave, ma anche una persona nobile e generosa al di là della scena musicale.
Ultimamente Ellis ha aperto “Ellis Park”, una sorta di santuario naturale a Sumatra, inizialmente dedicato a orsi e scimmie maltrattati e abusati da parte dell’uomo e che non si sarebbero potuti rilasciare in uno stato completamente libero perché ormai incapaci di badare a se stessi, un santuario naturale poi aperto anche ad altri animali, anch’essi abusati e maltrattati, spesso vittime di traffici illeciti di animali esotici.
“Ellis Park”, che si mantiene grazie alle donazioni fra le quali in primis quelle di Warren Ellis, beneficia anche delle lotterie dove Ellis mette a disposizione, come premio, alcuni dei suoi strumenti musicali.
Articolo del
14/01/2025 -
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