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In occasione della Festa dell’Unità al Circolo degli Artisti è stato organizzato per questo giovedì sera un evento molto interessante. O meglio, più di un evento nello stesso giorno. Al mio arrivo infatti, verso le 21, nel giardino del locale, mi accorgo dell’artista che sta eseguendo alcuni brani in acustico davanti ad un pubblico in continuo movimento, ma che sembra apprezzare l’esibizione con chitarra molto “easy”. Si tratta della presentazione di “Iolavorointv”, nuovo romanzo di Mauro Garofalo. Una presentazione contaminata da diversi linguaggi artistici (si presentano trailer e fumetti) tra cui per l’appunto, anche quello musicale: una sessione unplugged di The Niro e Riccardo Bertini. Ad ogni modo, io sono qui principalmente per l’altro evento della serata, ovvero l’esibizione dei newyorkesi Fleshtones.
E allora, ad aprire le danze sono i Chocolate Starfish, power trio romano che offre un buon garage-punk dall’attitudine rock’n’roll e con qualche tocco di psichedelia. Suonano più o meno mezz’ora sempre al massimo, senza una pausa. Poi segue lo spettacolo dei Bobsleigh Baby, sempre da Roma. Blues sporchissimo, garage rock, suoni vintage, semplici e secchi, sembrano rifarsi molto all’immaginario western: originali ma un po’ statici.
Ma ecco che verso le 23 e 30 sono tutti pronti all’interno del locale in attesa delle star americane della serata. Li vedo sul palco che preparano gli strumenti assieme ai fonici. Vedo Keith Streng, il chitarrista, e Bill Milhizer, batterista, che sta tracannando una birra e sembra già divertirsi tantissimo. Poi d’improvviso, quando sembra tutto pronto, stacca il rullante della batteria e se ne va. Si spengono le luci, parte una linea di basso molto ritmata e poco dopo si apre la porta laterale della sala dalla quale entrano i quattro in fila suonando una versione di Hexbreaker più lenta ma che coinvolge tutti. Loro in mezzo al pubblico sembrano volerci rimanere per tutta la sera, il batterista Bill se ne va in giro per la sala con il rullante, basso e chitarra suonano grazie al collegamento senza fili dall’ampli mentre Peter Zaremba che guida il “trenino” saluta tutti e li guida verso il palco. Un’accoglienza calorosissima anche per l’inaspettata quanto simpatica entrata in scena. Poi attaccano in stile Ramones con Hitsburg USA e Feels Good To Feel, ma Zaremba non ce la fa e scende di nuovo tra il pubblico cantando e ballando con tutti. Molto del divertimento che offrono è dato dalle trovate puramente spettacolari che propongono, come “l’incrocio” tra il chitarrista Keith e il bassista Ken Fox (riescono a suonare usando le rispettive mani sinistre per lo strumento dell’altro muovendosi contemporaneamente qua e là sul palco), oppure lo scendere in continuazione tra il pubblico, salire sulle sedie o addirittura creare spazi vuoti per poi improvvisare una gara di flessioni. Puntano al coinvolgimento e alla comicità. Divertimento puro che si accosta bene al tipo di musica: una miscela di rock’n’roll, punk, garage e surf. Suonano, tra le tante, Serious, Pretty Pretty Pretty, The Dreg, First Date e sembrano non stancarsi mai. Zaremba spesso lascia il posto ai due colleghi che gli stanno accanto per suonare l’organo e l’armonica a bocca. Naturalmente fanno il bis di rito, rientrando sul palco a torso nudo e continuando a far divertire il pubblico con stagediving e battute varie. Concludono suonando Let’s Go, Push Up Man e una versione allungata di It’s Alright.
Una serata piacevole, una band che dopo più di 30 anni di attività sembra divertirsi da matti a far scatenare il pubblico: anche questo è il Rock’n’Roll.
Articolo del
13/07/2010 -
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