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Villa Celimontana è ormai famosa per la qualità delle sue proposte, prettamente jazz, con sortite in altri campi che contaminano questa musica cosi affascinante e proteiforme. Questo posto vince, per bellezza e organizzazione, su tutte le altre location romane. Palco illuminato da un azzurro intenso, visibilità buona da ogni angolo e possibilità di cenare sono alcune delle sue carte vincenti. Ottima la scelta di spostare i concerti verso le 22.00, dando la possibilità di arrivare con calma, evitando la calura di questo luglio infuocato, e prendere posto.
Bisogna ringraziare gli organizzatori per aver dato la possibilità di vedere Mike Stern a quelli, me incluso, che due mesi fa l’avevano mancato all’Auditorium Parco della Musica. L’unica pecca, su cui siamo convinti che gli organizzatori non abbiano potuto fare di più, sono le aggressioni fisiche da parte di zanzare killer... Mike Stern stasera porta con sé, oltre a Dave Weckl alla batteria e Chri Mihn Doky, un ospite più che gradito: il signor Randy Brecker alla tromba. Insomma un trio delle meraviglie trasformato per l’occasione in un poker d’assi servito. Non basterebbero diecimila battute per descrivere ciò che succede sul palco e al di fuori.
Stern è in forma strabiliante, non molla mai il suo strumento e una volta partito non esiste niente su questa terra che possa fermarlo. Il suo fraseggio è tipicamente jazz, velocissimo su scala complicate, lento e sognante quando le note diventano rarefatte. Quando ha voglia di stupire però serra gli intrecci scegliendo un rifferama più rock, dentro il quale si infilano, prepotenti, i pattern di Weckl che, in più di un’occasione, gli ruba la scena con bordate ritmiche che fanno balzare in piedi molti presenti. In mezzo a tutto questo Randy, quando non impegnato in duelli con lo stesso Stern, ammorbidisce questi ritmi indiavolati con pregevoli soli di tromba, ammirabili nei dettagli durante le ballate più intense che chiudono la prima e la seconda parte di questo show. Le due session, entrambe della durata di un’ora, mostrano le qualità di una band rodata, precisa come un ingranaggio svizzero. Stern si diverte moltissimo a istigare il pubblico con soli più prettamente rock, ribatte le note, usa un bending quasi hendrixiano e con il resto della band, capace di allungarsi, in modo elastico, in base alla direttive di questo istrione della chitarra. Il risultato è puro divertimento e musica raffinata che getta un ponte fra puristi del jazz e quelli meno “impostati”.
Non ci sono sbavature, né limature da fare, la Mike Stern Band torreggia su Villa Celimontana andando a creare quei fuochi d’artificio, dove la musica decide i colori, che sono il sigillo di una serata stupenda.
Articolo del
21/07/2010 -
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