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Nella penombra del palco illuminato dalla luce soffusa di alcune bianche e pelose lampade scenografiche, in un'atmosfera già vellutata, il duo di Baltimora fa il suo ingresso ed attacca con Better Times: è subito magia. La tastiera, gli arpeggi di chitarra e le percussioni compongono insieme la melodia di un pop evocativo e trasognato, il tono delle note si direbbe appositamente discreto al fine di lasciare spazio all'incredibile e seducente voce di Victoria Legrand.
I Beach House, che già hanno manifestato nel corso di tre LP un'ottima capacità compositiva, confermano dal vivo il loro indiscusso talento musicale, in un live suggestivo ed emozionante, impossibile da criticare. Le note scorrono leggere, semplici e perfette, senza una sbavatura, e riproducono la stessa onirica sonorità registrata al chiuso di uno studio. La vena melodica sognante proposta da Alexis Scally si colora di sfumature cangianti nelle composizioni di Teen Dream, l'ultimo album uscito quest'anno, da cui sono estratte la maggior parte delle tracce che hanno contraddistinto lo show. Ancora intimamente dream pop le splendide Walk In The Park, Zebra, Used To Be, Silver Soul, Real Love, che hanno fatto dolcemente oscillare le teste degli spettatori; ancora presenti le gradazioni lo-fi e shoegaze; ancora attuali parallelismi con Mazzy Star, Galaxy 500 e The Radio Dept. Eppure la maturazione artistica consacrata con l'uscita del terzo album, e confermata per noi romani con l'esibizione sul palco del Circolo l'altra sera, proclama la formazione americana come interprete originale di una certa sonorità immateriale ma sempre più rifinita, soprattutto grazie alla magnifica voce della Legrand che dona ad ogni pezzo un'impronta del tutto autentica ed inedita.
Il pregevole campionario sonoro entusiasma il pubblico, a cui i Beach House regalano anche i brividi di pezzi che provengono dal repertorio meno recente, come Gila e la sublime Heart Of Chambers . Ma in mezzo agli intrecci di una tastiera dagli echi vintage ed incantati, agli arpeggi armoniosi ed un po' zuccherati, la protagonista assoluta è la profonda e sensuale voce di Victoria, dalla timbrica vibrante ed emozionante: la sua personalità canora così ben sviluppata e penetrante può definirsi al livello di impatto di altre grandi interpreti della musica contemporanea, da Pj Harvey a Bjork a Cat Power.
La parte strumentale un po' zuccherata è ben stemperata dallla robustezza e l'energia dell'impronta canora e l'individualità di Victoria, che indubbiamente riveste un ruolo decisivo nell'esito artistico del progetto Beach House.
Articolo del
24/07/2010 -
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