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Finalmente a Roma gli Os Mutantes, una delle band più significative della storia della musica. Il gruppo nasce nel 1966 a San Paolo (Brasile) per volontà di Sergio Dias e del fratello Arnaldo i quali hanno saputo sapientemente mescolare una miscela a base di rock inglese, psichedelia americana e la musica tradizionale brasiliana creando un sound incredibilmente nuovo e sperimentale che, arricchito da un palese messaggio politico inneggiante alla libertà artistica e politica, ha segnato un momento storico tanto fondamentale quanto turbolento del Tropicalismo. I pochi album che gli Os Mutantes hanno registrato sono divenuti pietre miliari capaci di influenzare la musica di tutto il mondo per lunghissimo tempo. Sono ritornati sulla scena negli anni '90 grazie a Kurt Cobain che li richiese come apertura di un live dei Nirvana e poi dal crescente interesse di artisti alt rock come Flaming Lips, Devendra Banhart e Beck (il quale ha voluto omaggiare la band intitolando Mutations uno dei suoi dischi più belli).
Quindi, finalmente a Roma per presentare Haih Or Amortecedor il nuovo album, disponibile su etichetta Anti/Spingo, uscito a 35 anni dall' ultimo album. Purtroppo la serata del Circolo degli Artisti è stata tra le più calde che io mi ricordi. La temperatura rovente di questa stagione, unita alla mancanza di aria condizionata, rendeva la sala un autentico forno e la cosa peggiorava se si stava nelle prime file con la luce dei riflettori puntati addosso. Ed è un mistero come il leader Sérgio Dias Baptista (voce e chitarra), quasi a voler immortalare la copertina del loro primo mitico LP, si sia presentato al pubblico indossando una mantella (che sicuramente aveva il climatizzatore interno!). Ad accompagnarlo, una line up di degno rispetto: Henrique Peters (tastiere), Vinicius Junqueira (basso), Vitor Trida (tastiere), Fábio Recco (chitarra acustica ed elettrica, flauto), Bia Mendes (voce), Dinho Leme (batteria). Il concerto è molto sentito dal pubblico, che a dispetto del tempo trascorso, è composto da un sottobosco fatto di moltissimi giovani appassionati. Non mancano, poi, i fans verde-oro che guidano le danze cantando i brani a memoria, saltellano divertendosi al sound di classici come Don Quixotte, Minha Menina e Querida Querida. Considerato che Palazzo Grazioli oggi è più affollato del Barbarella, non è mancata anche un’ironica dedica al nostro premier Berluscão durante l’esecuzione del pezzo El Justiciero. Poco prima di chiudere la prima parte del concerto, Sérgio Dias Baptista fa il Paul McCartney: imbraccia la sua Rickenbacker ed intona la splendida Balado Do Louco stupendoci, nell’assolo finale, per tecnica e velocità di esecuzione. I bis sono un’apoteosi di affetto con il pubblico in delirio durante l’esecuzione di Bat Macumbae e di Panis Et Circenses. Cosa volere di più?
“È stato magico ritornare insieme e lo dobbiamo a voi”, dice Sérgio Baptista riferendosi al pubblico. L’immenso piacere è stato il nostro!
SETLIST: Dom Quixote Tecnicolor El Justiciero Cantor De Mambo Baby Minha Menina Querida Querida Teclar Top Top Balado Do Louco ½ Desligado/Cabeludo
BIS: Bat Macumba Panis Et Circenses
Articolo del
29/07/2010 -
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