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Il ritorno a Roma di Micah P. Hinson, cantautore e chitarrista americano, originario di Memphis, ma vissuto a lungo nel Texas, richiama un vasto pubblico. Il talento di questo giovane musicista con un passato burrascoso è indiscusso, così la sua passione, che è tanta e tale da consentirgli di presentarsi da solo, con l’unico contributo della sua chitarra acustica, per questa nuova data del suo tour europeo.
Micah a soli 29 anni d’età può già contare su ben cinque album all’attivo e questa sera presenta Micah P. Hinson And The Pioneer Saboteurs, il sesto, un disco appena uscito, e di ottima fattura. Ma quanti si aspettano di ritrovare dal vivo quelle stesse atmosfere, quelle stesse canzoni, si trovano costretti a ricredersi. Niente più arrangiamenti orchestrali, ma il suono crudo, sincero, a volte nervoso, delle corde della sua chitarra, che soltanto a volte procede all’unisono con la sua voce. Sì perché ci sono dei momenti in cui le sue folk ballads acquistano una dimensione solo strumentale, mentre in altre occasioni è la sezione vocale che prevale, e Micah si trova a cantare a cappella, incurante di tutto e di tutti, perfino di qualche stonatura! Fisico minuto e carnagione pallida, stretto in una t-shirt bianca ed un paio di jeans, Micah rivela però doti canore straordinarie e in un certo senso sorprendenti. Il suo modo di porsi sembra voler ricalcare l’immagine di un nuovo piccolo Woody Guthrie, se non altro perché sulla sua chitarra è evidente un bigliettino attaccato con nastro adesivo sul quale c’è scritto “This Machine Kills Fascists”, esattamente la stessa cosa che faceva Woody. Risultano bellissime le sue interpretazioni di brani come Seven Horses Seen, The Returning e Take Off That Dress For Me, il brano dedicato alla sua giovane moglie, Gregory Ashley, con cui si è sposato appena due anni fa. E’ molto delicato il momento in cui Micah invita sul palco Gregory per cantare insieme My God My God, ma il risultato è decisamente imbarazzante, perché lei viene colta da un attacco di timidezza, e la sua voce quasi non si sente, anche perché - trascinato dal suo stesso impeto - Micah le occupa quasi tutto il microfono! Si procede all’insegna di un country & western davvero godibile, che contiene anche elementi più prettamente folk. Micah ringrazia tutti i presenti alla fine di ogni brano, a volte sembra impacciato, come quando è costretto a raccogliere la scaletta dal palco per vedere quale brano deve eseguire, altre volte ostenta sicurezza e fiducia in se stesso. E’ vinto solamente dal gran caldo che investe questa sera la sala concerti del Circolo degli Artisti, dove non è stato possibile rimediare per tempo ad un danno al sistema di aerazione. Il pubblico resiste per amore, ma chi esce dalla sala sembra essere stato in una sauna! Forse la situazione ideale per usufruire di un concerto del genere, sarebbe stata quella di dotare la sala di posti a sedere... e magari di effettuare la data in primavera!
Ciò nonostante l’esibizione di Micah P. Hinson è stata davvero notevole, così come l’incontro con la sua persona, con un ragazzo che attraverso la musica, grazie alla sua chitarra, è riuscito a riscattare tutte le sue frustrazioni, tutta la sua solitudine ed un passato difficile.
Articolo del
30/07/2010 -
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