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Credo che abbia ragione chi sostiene che l'esperienza quasi mai insegna, al contrario di quanto dice il motto popolare; e che la storia è un continuo ripetersi di errori sempre uguali. La dimostrazione ce l'hanno offerta i Guns N'Roses ieri sera, in un PalaLottomatica gremito che li attendeva con viva trepidazione. E nonostante ancora echeggiasse la forte contestazione di appena 3 giorni fa al concerto tenuto dalla band a Dublino in cui il pubblico, offeso dal notevole ritardo con cui Axl Rose e compagni si sono presentati sul palco e dalla voce non ritenuta all'altezza del cantante, avevano duramente contestato con lancio di oggetti tanto da costringere la band a sospendere il concerto, anche ieri sera, dopo circa un ora di esibizione musicale del gruppo di supporto (i Murderdolls) si è protratta troppo a lungo l'attesa dei Guns, ed il pubblico, che dapprima invocava Axl come si conviene ad un beniamino, era già passato al più esplicito “c'avete rotto er...”. Cosi, alle 22.30 (l'inizio del concerto era annunciato per le 21.00) Axl Rose e la sua band numerosa (otto elementi più la sua voce) sono apparsi sul palco intonando le note di Chinese Democracy (pezzo che dà il titolo al loro ultimo album registrato in studio e pubblicato nel 2008), ma per fortuna il pubblico si è lasciato subito conquistare mettendo da parte la noia e la rabbia che quell'attesa aveva generato.
E stavolta ad Axl e compagni bisogna riconoscere tutto il merito di aver esibito un concerto splendido: possente, fisico, spettacolare, fatto di lunghe corse sul palco, di effetti pirotecnici perfettamente in sintonia con la potenza di quell'hard-heavy metal che è la loro musica, fatto di arrampicate sulle travi con la chitarra elettrica in mano, fatta di muscoli esibiti a torso nudo e di sudore che scivola sui tatuaggi. Ma fatto soprattutto di musica, e di una voce splendida che stasera c'è, quella di Axl. Che la scalda subito con il secondo pezzo in scaletta, quel Welcome To The Jungle che rimane uno dei loro pezzi storici. Anche il pubblico è già caldo: si prosegue con It's So Easy, poi con Mr Brownstone. Poi la splendida Sorry prima che Axl affidi ai suoi compagni assoli strepitosi che ne mettono in risalto la loro bravura. Comincia Richard Fortus, uno dei 2 chitarristi, che ripercorre il tema musicale di James Bond; poi si và avanti con una cover di Paul McCartney (Live And Let Die) e si prosegue con This Is Love e Rocket Queen. Ora tocca al tastierista Dizzy Red, che si siede al pianoforte uscito come d'incanto dal sottopalco ed intona le note di Ziggy Stardust. L'atmosfera ormai è quella giusta, quella in cui pubblico e band diventano un corpo unico, si balla e si canta tutti insieme. Si canta Street Of Dreams, bellissima, poi ancora You Could Be Mine, poi l'assolo dell'altro chitarrista DJ Ashba, al quale come dire la sua chitarra “fuma” (non solo in senso figurato: mette una sigaretta accesa tra le corde della sua chitarra e suona il suo assolo). Poi un altro cavallo di battaglia, Sweet Child O'Mine, prima di un inframezzo dedicato a The Wall dei grandiosi Pink Floyd.
E' trascorsa un ora e mezzo di musica sfrenata, senza respiro e senza pausa: ma Axl è li sul palco e non molla. Anzi stavolta và lui al piano ed introduce un altro dei loro pezzi storici, November Rain. Ma anche le loro cover non sono finite: chi è padrone della musica può permettersi di giocarci, di divertirsi suonandola e dominandola come vuole: cosi ci si diverte con il tema musicale della Pantera rosa, prima di tornare a fare sul serio con quella che forse rimane una delle cover più riuscite della storia: parliamo di Knockin' On Heaven's Door di Bob Dylan. Poi la potente Nightrain e la band scompare dietro le quinte. Ma tutti sanno che ancora ci sarà musica, perchè l'atmosfera è magica e la band è in forma ed ha voglia di suonare. Cosi riappaiono sul palco dopo qualche minuto per intonare MLK (Martin Luther King) mentre sugli schermi laterali scorrono le immagini del leader nero che parla alle folle. Poi ancora Paradise City, tanto per sfiancarsi fino alla fine. E la fine stavolta arriva, perchè Axl lancia il microfono tra il pubblico ed allora tutti capiscono....Ma sono trascorse 2 ore e mezzo, tutti sono soddisfatti e nessuno ormai ricorda più quell'ora e mezzo di alienante attesa.
Forse anche gli scettici stavolta saranno soddisfatti: perchè ai molti che considerano i Guns ormai un po' cotti, la risposta data sul campo dalla band che si formò a Los Angeles nel 1985 e che non ha avuto di certo una storia semplice, è sembrata convincente sotto tutti gli aspetti. I Guns, nella loro ormai completamente rinnovata formazione (unico elemento del gruppo originario è appunto Axl Rose) ci sono ancora: e nonostante la loro non certo prolifica produzione musicale (in 25 anni di carriera hanno prodotto solo 6 album registrati in studio) rimangono uno dei gruppi di maggior spessore, che, ne siamo certi, sarà in grado di regalarci ancora pietre miliari che rimarranno incise non solo nelle classifiche di tutti i tempi, ma nelle memorie di chi ha orecchio sensibile da saper discernere la musica di qualità dalle semplici canzonette.
Articolo del
05/09/2010 -
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