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Come una baguette appena sfornata, calda e profumata anche quest'anno Rock en Seine, festival francese per eccellenza di musica rock, propone tre giorni ricchi ed abbondanti di musica d'alto livello. I sold out da settimane e le lunghe file degli speranzosi per trovare un biglietto, sono la prova di come il lungo weekend parigino sia ogni anno più atteso. Molti i nomi in cartellone tra big, reunion, première di nuove formazioni e band che stanno invadendo la scena musicale di questi ultimi anni.
Sin dalle primissime ore del pomeriggio l'affluenza di pubblico è elevatissima, e i palchi sono già presi d'assalto anche sotto un continuo diluvio. Il gruppo che tutti aspettano, non solo oggi ma forse da anni, sono gli headliner della giornata: rimessi in moto dopo anni di silenzi, litigi e inutilità punk, i Blink 182 continuano la loro reunion, ora anche in Francia. Anche se l'età sulla loro carta d'identità è una formalità, tra assoli sbagliati e incitamenti, “Vive la France! Champagne! Fromage! Poisson!”, si mostrano come i soliti ragazzotti scanzonati, ma sempre molto apprezzati dal pubblico.
Tra i super big i Cypress Hill danno il massimo nella loro performance; come sempre letteralmente rigenerano e surriscaldando tutto il festival. Il nuovo progetto del leader dei Bloc Party, Kele, stupisce non solo i fans di vecchia data della band inglese, ma anche chi non conosce quest'ultimi. Bombe electro dance, lanciate nella folla e fatte scoppiare a ripetizione senza dar respiro per un ballo continuo.
Un plauso dovuto va agli organizzatori che incrociando gli orari delle band sui vari palci, tre per l'esattezza, danno la possibilità di far vedere tutti i live. Mentre sul Main Stage si lotta a quanti resteranno in piedi a fine giornata, anche sul palco all'ingresso l'atmosfera è perfetta. Nel pomeriggio il festival viene aperto dagli americani Minus The Bear che oltre a chiamare la pioggia, attirano l'attenzione di molti curiosi. Anche se i loro album sono usciti da da alcuni anni, in Europa fanno ancora fatica ad attecchire. Le loro melodie vocali incrociate a riff cadenzati di chitarra sono da tenere d'occhio, perchè dimostrano una notevole capacità compositiva.
Il momento di massimo pathos del pomeriggio viene dal pop-math-rock dei Foals che, molto amati sul suolo francese, richiamano una folla immensa. Un live e una dimostrazione musicale senza pecche, divertente ed originale. Al contrario i The Kooks a metà pomeriggio sembrano messi in scaletta per far fare una pausa merenda al pubblico: deludenti e ripetitivi. Altra storia per i Black Rebel Motorcycle Club: immersi in una coltre di fumo, voci suadenti e chitarre agguerrite fanno cantare mezza Parigi. L'unica sbavatura è la loro mancanza di interazione con il pubblico che li rendende freddi e altezzosi; per il resto sanno fare il loro sporco lavoro.
La chiusura di una giornata perfetta è nelle mani degli Underworld, che riescono a far ballare tutti, ma proprio tutti, anche gli uomini della security. Dopo anni sulle scene musicali, ancora attaccati ai loro computer, non hanno perso la genuinità e la freschezza della dance music: geniali.
Una parentesi va fatta sulle “rivelazioni” francesi che per l'occasione hanno un palco tutto loro. Tutte le band sono dotate di qualità e tecnica, ma sterili per quello che è la proposta. Niente di interessante ed originale e viste le rivelazioni passate, Daft Punk su tutti, affacciarsi al grande pubblico sembra davvero una dura prova.
Articolo del
10/09/2010 -
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