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È un palco in stile tribal, con file di nastri legati a simulare l'immersione in un canneto, ma anche l'accoglienza di una casa, che ci si apre dinanzi, in una Sala Sinopoli piena tra platea e galleria e semi-vuota ai lati; del resto 25 euro possono essere un po' troppi per un pubblico che giusto pochi mesi aveva assistito al dj-set al Branca di Trente a 10 euro. Ma questa è un'altra storia.
Anders Trentemøller si presenta qui con il suo solito apparato di sintetizzatori, tastiere, mixer per manipolare il suono, batteria elettrica, ma in più accompagnato da una instancabile batteria live, un basso, per lo meno un paio di chitarre e due splendide voci femminili, che si alternano anche agli strumenti a corde alla ritmica.
Ed è un live set infuocato, poetico e a tratti anche intimista quello che si dipana in un'ora e mezzo di concerto, più un bis che trasforma solo per pochi minuti la sala con poltroncine rosse in un illuminante e torrido after-rave. Ma è sin dall'inizio che il mood del nostro frangettone nordico, con movenze spiritate e a volte quasi in trance, ci coinvolge, con un tappeto di batteria in The Mash And The Fury che a noi sembra evocare una lontana assonanza con Virgin Prunes di If I Die...I Die. Mentre The Shades Of Marble ci pare una ritmica cavalcata quasi post-rock, che precipita in un crescendo con le pulsioni techno del nostro a prendere il sopravvento; poco prima di perdersi nella malinconica voce di Josephine Phillip (ci pare lei, almeno!) che ci domanda Good morning are you alone today? I'm burning Can I call you later and say I will wait for you, Even though you‘re with another girl... è un misto di atmosfere da ballata malsana, che quasi ci fa piombare in un concerto à la Tindersticks, piuttosto che Crime and The City Solution, pur sapendo che il remix del pezzo in questione porta la firma del genietto Pantha du Prince. E del resto questa cappa da indie distopica ci accompagna anche con Sycamore Feeling e il suo cantato sofferto, da solipsismo nordico, di fine nottata, con riverberi quasi da cabaret weimariano. Ed è forse questa capacità di spaziare, presente anche nell'ultimo lavoro, la vera novità del suo set e probabilmente dell'intero tour. Con la sempreverde forza di tornare anche nella forma più tradizionale del primo disco con The Very Last Resort e Take Me Into Your Skin, in cui l'elettronica minimal si compatta con quella un po' più coatta, per dirla con il solito, sarcastico pubblico romano, che spinge le mani in alto a evocare gli hit che per fortuna arrivano: una splendida, lirica, Moan à la Aphex, ma con xilofono live e finale rumorista; e una Moan con tanto di armonica a bocca e fomento finale, cassa dritta, tastierone e luci in sala con le moltitudini braccia al cielo.
Si torna a casa soddisfatti, con la sensazione che magari lo spettacolo non sia davvero finito e il nostro Trente potremmo trovarlo perso in qualche after-party, a mettere i dischi in nostra assenza! Del resto siamo abituati a rincasare all'alba dopo una sua performance, invece qui fuori è ancora buio pesto...
SETLIST ufficiale:
The Mash and The Fury Shades of Marble Even Though You're With Another Girl Sycamore Feeling Vamp Tide The Very Last Resort Miss You Take me into your skin Silver Surfer, Ghost Rider Go! Moan
Articolo del
21/10/2010 -
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