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Premessa azzardata: Joe Cocker ha inventato il growl nel lontano 1969, e precisamente a Woodstock mentre eseguiva With A Little Help From My Friends.
La sua unica data italiana è fissata a Milano, in una fredda notte durante la quale, fra l’altro, si sta svolgendo Milan-Inter. L’evento si prospetta davvero emozionante. All’arrivo il PalaSharp è addobbato a festa, nonostante il tempaccio e il derby la sala sembra quasi piena, il pubblico è variegato e l’eta media non è poi così alta. Intorno alle 20.00 Morgan, un po’ intimorito da una platea che non è propriamente sua, suona per quaranta minuti. Alle 21.20 Joe arriva sul palco accolto da un tripudio di appalusi e urla sguaiate. Il nostro eroe, ancora molto amato, si presenta in pantalone nero e camicia dello stesso colore, se non fosse per la pancetta e il capello bianco, sembrerebbe ancora in perfetta forma. Sul palco insieme a lui otto strumentisti, i maligni, me compreso per un attimo, penseranno ad una scelta per coprire i possibli cedimenti della voce. Ma Cocker da buon rocker, anche se dato per spacciato parecchie volte, non è un’artista che si nasconde dietro ignobili trucchetti, darà prova per tutta la serata di un intatto fuoco vocale, senza risparmiarsi minimamente. Il Palazzetto risponde benissimo all’impianto che Cocker ha voluto portarsi dietro. L’unica pecca è nel basso, assente per il 90% del concerto, sempre associato alle pelli che ne hanno coperto il suono per quasi tutto lo show. Poche luci e immagini proiettate dietro i musicisti fanno da scenografia, Cocker incapace di tener ferma quelle mani, che sembrano affette da un innocuo Parkinson, tiene il tempo a modo suo senza sbagliare un colpo. Apparentemente incapace di interagire con il pubblico sembra allergico ai sorrisi, non una battuta o un cenno per l’intera durata dello show. La sua concentrazione è totale, le movenze, meno evidenti con il passare degli anni, sono sempre efficaci e lo fanno sembrare una belva ingabbiata. La tensione nelle corde vocali c’è ancora tutta e quando urla a quel modo vi assicuro che risulta impossibile non amarlo. In When The Night Comes e Up Where We Belong, le mani in sala ondeggiano, il canto del pubblico si leva per omaggiare due hit che mai nessuno ha dimenticato. Poi le luci sono tutte per piano e voce in You Are So Beatiful seguita da Hitchcock Railway il cui riff ricorda le cose più sbiadite di Zucchero, grande profanatore del mondo cockeriano, nonchè emulo spudorato. In pochi minuti veniamo catapultati in piena atmosfera beatlesiana sulle note della ormai leggendaria Come Together che sembra scritta apposta per il suo modo di cantare. La timbrica roca, resa ancora più rocciosa dagli anni, si adattaalla perfezione al brano, preso di petto e reso schiavo di Cocker che ne accenta ogni strofa, eseguendone una versione al fulmicotone. Sembra finita quando lo vediamo allontanarsi, ma non può andare davvero cosi e, pochi minuti dopo, rieccolo sul palco per un trittico da cardiopalmo: You Can Leave Your Hat On risveglia istinti che ognuno deciderà se assecondare, o no, con la propria Kim Basinger, mentre Unchain My Heart scatena una danza fatta di sax caldo e sinuoso, che s’impenna nelle note più acute, e movenze da pantera delle due coriste. Infine non poteva mancare la storica versione infuocata di With A Little Help From My Friends che, dopo l’urlo fulminante che tutti si aspettavano nella parte centrale, costringe in piedi tutto il pubblico nella standing ovation dovuta, e sentita, a questo vecchio indomabile leone. Il concerto si chiude con Thankful in cui Joe, un po’ più morbido, ringrazia tutti stringendo qualche mano tesa mentre si avvia per il backstage lasciando che la band completi le ultime note finali. Hats Off To Joe Cocker!
SETLIST:
GET ON FEELIN ALRIGHT THE LETTER WHEN THE NIGHT COMES UNFORGIVEN SUMMER IN THE CITY SIMPLE THINGS UP WHERE WE BELONG YOU ARE SO BEAUTIFUL HARDKNOCKS HITCHCOCK RAILWAY N'OUBLIEZ JAMIS COME TOGETHER ** YOU CAN LEAVE YOUR HAT ON UNCHAIN MY HEART WITH A LITTLE HELP FROM MY FRIENDS ** BATHROOM WINDOW CRY ME A RIVER
THANKFUL
Articolo del
17/11/2010 -
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