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Si capisce subito che non sarà una serata come le altre. C’è un silenzio carico di attesa all’interno della Chiesa Evangelica Metodista che sta all’angolo fra Via XX Settembre e Via Firenze prima dell’esibizione del duo composto da Robert Fripp, chitarra elettrica, leader dei King Crimson, e Theo Travis, flauto alto e sax soprano, già con Cipher, Soft Machine Legacy e Gong.
L’attenzione ed il rispetto per Robert Fripp, il non dimenticato Re Cremisi, è sempre stata elevata e totalizzante qui da noi. Non c’è nota o composizione da lui scritta che non abbia toccato il cuore e la mente dei presenti. Un appuntamento con Fripp dal vivo in concerto è un qualcosa da non mancare, è un rendez vous con una persona speciale, non soltanto con uno dei maggiori chitarristi viventi, ideatore di quei frippertronics che hanno dato l’impulso iniziale alla musica elettronica moderna. Da un paio di anni Robert Fripp ha scelto di unire i suoi intenti creativi con quelli di Theo Travis, giovane musicista che però conta collaborazioni importanti nell’ambito della musica progressiva nell’ambito del Canterbury Sound. Travis & Fripp hanno recentemente pubblicato Live At Coventry Cathedral, un album dal vivo che mette in risalto le caratteristiche del nuovo sentiero musicale intrapreso da un uomo come Fripp che a 64 anni compiuti non ha ancora smesso di cercare.
Il concerto è introdotto da un gruppo di ragazzi che, in inglese, in francese, in tedesco e in italiano, chiedono al pubblico di spegnere i telefoni cellulari e non scattare fotografie, con flash o senza, e di godersi la serata con semplicità e gioia. Fripp, rigoroso e silente, entra dalla sagrestia e si ferma per qualche minuto in contemplazione, chinando la testa davanti al tabernacolo. Si siede, prepara i dispositivi per i suoi Soundscapes (paesaggi sonori), evoluzione dei Frippertronics dove, in luogo dei registratori Revox a bobine accoppiati che filtrano i suoni della sua chitarra, abbiamo dei moderni delay digitali. Robert Fripp, chiuso nella sua giacca di pelle nera, è già concentrato sulla sua chitarra. Proprio mentre lentamente prendono vita quei suoni ipnotici e dissonanti che caratterizzano le sue composizioni, entra dal fondo della chiesa Theo Travis che cammina lungo la navata centrale suonano il suo sax soprano. Finalmente i due sono uno accanto all’altro, sembra difficile in teoria la coesistenza di due strumenti solisti, ma quando c’è di mezzo Fripp niente è scontato, niente è impossibile. Il tema iniziale è tratto da The Power To Believe, il brano che dà il titolo al disco del 2003 di Fripp con i King Crimson. L’atmosfera è eterea , molti chiudono gli occhi e si lasciano andare a quei suoni che si incrociano, si inseguono mescolando sperimentalismo e improvvisazione. Tracce melodiche ricompaiono improvvise, emergono da un tessuto sonoro volutamente atonale, distante dal Rock Progressivo degli anni Settanta, oltre la musica ambient e l’elettronica, molto vicino ad una musica sacra irrituale, poco canonica, ma di certo affascinante. Riconosciamo le note di Moonchild, vecchio successo dei King Crimson rivisitato per l’occasione con il flauto di Travis in primo piano all’inizio e con la chitarra di Fripp che ne ridisegna il finale con delle sonorità nervose e ficcanti che conferiscono al brano una elevata drammaticità. Si prosegue con Blue Calm, Let’s Begin e Starlight, dove la chitarra di Fripp talvolta asseconda con gentilezza le performances al flauto e al sax soprano di Travis, in altre momenti invece prende una strada che è sua, che graffia, che ti sconvolge, che crea una forte inquietudine in chi ascolta e che è assimilabile soltanto a quella della ricerca del sacro. Travis e Fripp offrono una musica eclettica, che prende spunto da vecchie tracce rock - riconosciamo una vecchia melodia del mellotron tratta da In The Wake Of Poseifdon - ma si mescola poi con la musica classica e con certi spunti presi dal jazz e dalla musica contemporanea. Ci sono gli elementi base dell’ambient e dell'improvvisazione, mancano fortunatamente i clichès di quelle formule musicali e la serata diventa assolutamente atipica, suggestiva ed emozionante. E’ una musica che va oltre il semplice intrattenimento e diventa - per dirla con Fripp - un “nutrimento dell’anima”. Lo spazio dilatato come quello offerto da una chiesa, aggiunge qualcosa alla nuova proposta musicale di Travis e Fripp e una composizione come Duet Of The End Of Time ci regala ulteriori momenti di estasi.
Il reprise di The Power To Believe segna la fine di un concerto breve, 60 minuti non di più, ma davvero impressionante. Travis continua a suonare il sax mentre riprende piano la strada verso l’uscita. Lo segue pochi minuti dopo Fripp che lascia defluire il suono della sua chitarra, si inchina davanti al tabernacolo e si dirige anche lui ad occhi chiusi verso l’uscita. “La Musica è il calice che contiene il vino del silenzio; il Suono è quel calice, vuoto: il Rumore è quel calice rotto.”
SET LIST:
The Power To Believe Pastorale Moonchild Blue Calm Let’s Begin Starlight Duet For The End Of Time The Power To Believe (reprise)
Articolo del
21/11/2010 -
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