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In una notte fredda non c’è niente di meglio di un caldo concerto jazz, anzi gezz, all’Auditorium Parco della Musica. Stasera la Sala Sinopoli ospita il PMJL, Parco della Musica Jazz Lab, un ensemble di giovani musicisti poliedrici, capaci di creare emozioni davvero impressionanti. A guidarli ci pensa la vecchia guardia rappresentata dal trombettista Enrico Rava, pronto a raccogliere questa sfida.
Si inizia prestissimo, cinque minuti dopo le 21.00 per l’esattezza. Sul palco sono in otto, quattro fiati, sezione ritmica fatta di contrabbasso e batteria, chitarra elettrica contrapposta al piano. In apertura salta all’occhio la dinamicità di questo organico, elastico e perfettamente integrato con il repertorio di questo maestro della tromba che spazia dal free al bop, passando per il tango argentino e il blues. Rava interviene poche volte, per lo più in fraseggi velocissimi, lasciando spazio alle nuove leve. Il talentuoso Mauro Ottolini, al trombone, fa letteralmente parlare il suo strumento grazie all’uso sapiente della sordina, Dan Kinzelman, sax tenore, e Daniele Tittarelli, sax contralto, fanno da tappeto sonoro. Sui brani originali di Enrico, Marcello Giannini, chitarra elettrica, tesse riff e fraseggi di pura matrice rock, quasi hendrixiana per l’uso spudorato del cry-baby. Il pubblico apprezza e si spella le mani ad ogni intervento, non da meno risulta lo stile delicato ma percussivo di Giovanni Guidi, al pianoforte, che con una serie di scale in crescendo, enfatizzate dall’hammering, scuote letteralmente i presenti. Stefano Senni, al contrabbasso, è l’anima gemella di Zeno De Rossi, alla batteria, impegnato in un drumming nervoso e cangiante, poliritmie e controtempi fanno il suo stile capace di adattarsi ai mutamenti della musica di Rava.
Il concerto si chiude allo stesso modo dell’apertura, con la presentazione dei musicisti impegnati in due articolati, e mozzafiato, encore fatti di ritmi in crescendo ed esplosione finale fra i due fiati principali, impegnati una sfida titanica che mai decreterà un vero vincitore. Il resto sono applausi e urla di approvazione per un concerto da fibrillazione cardiaca.
Articolo del
02/12/2010 -
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