Thin Lizzy Thin Lizzy + Supersuckers live @ Estragon – Bologna, 1 febbraio 2011 Bologna  1/02/2011 di Fabrizio Biffi

“I Thin chi?” mi chiede Paolo nel tratto di viaggio che ci separa tra Firenze e Bologna. E lì capisco che questo pellegrinaggio verso l’Estragon della balcanica pianura emiliana è un atto d’amore incomprensibile.

Se chiedi ad un appassionato di musica rock chi sono i Thin Lizzy ti guarda mediamente stralunato. Ed è una reazione comprensibile. Se interroghi, invece, un appestato di rock delle origini o un qualsiasi fan attempato di hard rock, Thin Lizzy è un marchio di origine controllata. Live And Dangerous il loro doppio vinile del 1978 è stato votato come il miglior album dal vivo di tutti i tempi. Ma questo non basta a raccontare questa creatura misteriosa. Soprattutto se ci metti dentro una dose di sentimento e di attaccamento personale che da tempi preistorici mi ha tenuto attaccato a questo gruppo irlandese, unico orgoglio nazionale fino alla nascita degli U2.
Dopo la morte di Phil Lynott nel 1986, anima musicale del gruppo e leader spirituale della fede “lizzies”, si sono ripetute negli anni numerose reunion caratterizzate da un comprensibile basso profilo. Nel corso della loro storia i Thin Lizzy hanno percorso le vie tortuose del primo hard rock anni settanta sfuggendo alle etichette grazie alla personalità di Lynott che fu il perno e allo stesso tempo il carnefice di uno stile irripetibile. Unico uomo di colore a solcare con grande personalità i roventi stage dell’hard rock ariano britannico, Phil Lynott si impose per stile, per classe e per devastante originalità. E’ con una zavorra così pesante, che nel 2011 i redivivi resti dei Thin Lizzy si lanciano in un nostalgico reunion tour che ha l’obiettivo di celebrare i venticinque anni dalla scomparsa del loro insostituibile leader.

All’Estragon di Bologna, immerso in una nebbia gelida, trovo una allegra combriccola di nostalgici post metallari e qualche neofita curioso. Il rito del gruppo di supporto è, per fortuna, sostenuto dai Supersuckers di Eddy Spaghetti che riscuoterà il massimo gradimento da parte del mio compagno di merenda, Paolo l’extraterrestre che scatta foto come se fossimo alle selezioni di Miss Famiglia Adams. E’ solo il consistente antipasto di una serata all’insegna del big rock.

La nuova line up dei Thin Lizzy versione 2011 non ammette compromessi. Quando scendono in campo con l’attacco di Are You Ready To Rock, le intenzioni sono chiare. Il sound è molto compatto, spostato sull’anima heavy del gruppo, quella per intenderci di Thunder & Lightning. L’ultimo lavoro in studio del gruppo prima della scomparsa di Lynott. La voce di Ricky Warwick (una militanza negli Almighty) non dà spazio alla poesia. E della formazione “non originaria” spiccano il bassista Marco Mendoza (altro alieno) e l’ottimo Vivian Campbell (già chitarrista Def Leppard) che all’inizio del concerto si apparta accanto agli amplificatori lasciando (rispettosamente) la scena ai dinosauri. Sì, perché, sul palco dell’Estragon ci sono tre pezzi da novanta che mi hanno riscaldato il cuore e gli occhi.

Il sempiterno Brian Downey alla batteria non ha sbagliato un colpo, e il nostalgico Darren Wharton alle tastiere appare come un’icona sacra della storia dei Lizzy seconda maniera. Ma a giustificare la trasferta gelida di Bologna, ci sono soprattutto le armonie perfette di Scott Gorham, una specie di divinità dell’hard rock prima maniera, impeccabile nonostante il grigiore dei capelli e la tenuta da manager di una casa discografica.

Inutile parlare della scaletta. C’erano tutti i classici dei migliori live dei Thin Lizzy con qualche gradita sorpresa (Do Anything You Want e Wild One). Le luci si spengono, e nella brezza gelata di Via Stalingrado mi ritrovo con Paolo a cercare un modo per tornare a casa...