Nicco Verrienti Nicco Verrienti + Patrizio Maria live @ “Eventi d’Autore”, Beba do Samba - Roma, 8 febbraio 2011 Roma  8/02/2011 di Daniele Bagnol

L’ occasione era ghiotta e non me la sarei potuta lasciar scappare: per la serie “Eventi d’ Autore” organizzati da Giovanni Pirri al Beba do Samba, locale romano in zona S. Lorenzo, che ogni martedì sera ospita un set unplugged di giovani artisti emergenti della scena capitolina. Palchetto, saletta intima con tavolini a mò di jazz club con luci soffuse e candele, circondati da divanetti che fanno da contorno.

Questa sera tocca a Patrizio Maria e Nicco Verrienti, rigorosamente in ordine di esibizione, riscaldare i cuori di una trentina di anime infreddolite in una notte romana coperta da un velo di nebbia pesante come poche volte si è visto da queste parti. La serata inizia dopo un paio di birre, sono circa le 23 quando Patrizio sale sul palco pronto a dare libero sfogo alle sue pulsioni musicali: seduto su una sedia, imbracciando la sua fedelissima Godin Acousticaster, e le consuete Converse multicolore ai piedi, si presenta ad un pubblico per la metà abbastanza algido impegnato in altre discussioni, rompendo il ghiaccio con qualche battuta per poi buttarsi a capofitto nelle sue sonorità colorate.
Si passa da momenti di India Londinese con tormentoni ormai acclarati che smuovono i presenti fino a far cantare i ritornelli (da La Scarpa a Sociopatica) a brani nuovi che vengono incastrati nel mezzo (la musicalità di Scimmia e l’evocativa Carnaby Street); l’esibizione unplugged dimostra tutte le capacità vocali di Patrizio in una situazione così intima, che non esita a giocare con le estensioni tra il falsetto e le note più alte (Killer). Si crea una sorta di rapporto empatico con quelli più attenti, gioca con il pubblico, lo coinvolge tra un brano e l’altro ed allo stesso tempo soddisfa la sua vena chitarristica mostrando qualche assolo degno di nota: il tutto concluso con un medley acustico che introduce il suo ultimo pezzo della serata Io c’ ho l’ansia.

E’ quasi mezzanotte quando invece sale sul palco Nicco; via la sedia, rimane in piedi con la sua chitarra acustica. Nicco è un cantautore giovane, romantico ed ironico che ci introduce nel suo mondo parallelo; la sua esibizione è differente da quella di Patrizio come modo di rapportarsi al pubblico, molto più timido e cauto nella presentazione dei brani ma con una buona introspezione; i testi caustici colpiscono nella dimensione live, tanto che brani come Yuppi Yu, Gli artisti mangiano albicocche e Camilla chiamami adesso richiamano l’attenzione di quella parte distratta dei presenti per il modo piacevolmente scanzonato di interpretarle. Aldilà di inediti del disco E vissero felici e Verrienti, Nicco incastona qualche cover apprezzata trasformandola in modo del tutto personale che fa cantare la gente come Con il nastro rosa di Battisti e Ti voglio bene di Vasco.

La serata finisce prima dell’una, si ritorna nel mondo reale dopo aver attraversato due pianeti diversi ed allo stesso tempo simili, fatti di colori ed ironia.