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Serata umida e fredda che ben si adatta al programma che ci attende. Non ci sono molte persone in sala quando ascoltiamo le prime note degli Spiral 69, il gruppo dark wave messo insieme da Riccardo Sabetti, al basso e alla voce, ex Pixel ed ex Argine. La band presenta dal vivo i brani inseriti su No Paint On The Wall, il nuovo disco, e mostra per intero la sua natura oscura ed una musicalità penetrante ed ossessiva. Il nome di Spiral 69 è preso in prestito da un film hardcore che ha destato l’interesse di Riccardo che infatti si lascia andare lungo un sentiero carico di sesso e di disperazione. Brani come Love Is For Losers, Collecting Lies e Everyone Has Someone To Hate sono delle dark ballads ben eseguite ed intense, anche se risentono molto di echi musicali d’oltre Manica, e ci riferiamo in particolare ai Cure e ai Placebo.
Nel frattempo il pubblico è diventato più numeroso e a tarda sera sale sul palco Tying Tiffany, la dark Lady italiana, originaria di Padova, alle prese con i brani di Peoples Temple, il suo terzo album, ispirato al suicidio di massa della comunità religiosa guidata dal Reverendo Jim Jones in Guyana nel novembre del 1978. E’ il punto di partenza di un album che si scaglia contro i tanti imbonitori, i tanti ciarlatani che popolano gli schermi televisivi e vengono idolatrati da gente senza più stimoli che chiede soltanto di avere qualcuno a cui offrire in pasto il proprio cervello. Brani come Storycide, Miracle, Lost Way, Still In My Head e Cecille si infrangono sull’apparato uditivo dei presenti come schegge di una bomba. Tying Tiffany non nasconde la sua sensualità e si muove sul palco in modo elegante e sapiente. Il suo electro clash si muove sulle orme di Peaches e inserisce delle forti impronte melodiche su ogni singolo brano. L’effetto è di certo godibile, anche se nel suo insieme, il prodotto finale non è molto originale e , alla lunga, il suo live set risulta un po’ monocorde. Tying Tiffany si rotola sul palco e si divincola con agilità, novella Iguana, supportata da musicisti affidabili che la sostengono con una base ritmica serrata ed incalzante.
Atmosfera nebulosa, una chiave oscura, una vocalità nera e distante, un diluvio di suoni dal quale emerge la figura esile di Tiffany, che dal vivo riesce comunque ad offrire il meglio di sé.
(La foto di Tying Tiffany al Circolo è di Giancarlo De Chirico)
Articolo del
12/02/2011 -
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