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Pubblico variegato tra le solite facce note dei concerti “da non perdere” e quel misto di vecchie e nuove leve, ovvero nostalgici che hanno convinto a venire amici o giovani parenti curiosi. Tuttavia forse manca quell'elettricità che si respira al grande evento, anche in termini di affluenza. Che sia perchè Peter Frampton è sì considerato dalla critica internazionale un chitarrista eccelso al pari dei più grandi tecnici di sempre, ma forse, o perlomeno in Italia, è fin troppo associato esclusivamente alle sue maggiori hits, Baby I Love Your Way e Show Me The Way? Non possiamo dirlo con certezza, quello che si può affermare è che con la sua band, Frampton ha dato vita ad un grande show, dove è stato evidente come nella gerarchia compositiva del chitarrista inglese il gusto e l'espressività emotiva delle note venga prima della tecnica fine a se stessa.
Dopo i primi due pezzi (Off The Hook e Plain Shame) Frampton si ferma per una godibile “chiacchierata” con il pubblico seduto e composto dell'Auditorium, chiedendo se sarebbero stati posati e controllati salvo poi alzarsi e dare di matto per i pezzi finali...! Le risatine dei presenti però non sono una garanzia sulla comprensione di quanto detto anche se in effetti per i bis ci sarà il risultato sperato, ovvero pubblico in piedi a bordo palco ad osannare il chitarrista. L'artista britannico prima dell'esecuzione di Lines si è anche scusato per la lunga latitanza (oltre 6 anni) dai palchi italiani, promettendo che non succederà più, anzi, ha preannunciato in esclusiva ai presenti che sarà di ritorno a novembre di questo stesso anno, presentando uno show diverso in occasione dell'anniversario del suo album di maggior successo, Frampton Comes Alive, celebrandolo con la sua intera esecuzione. Il simpatico quanto talentuoso Peter continua a scherzare con il pubblico affermando “Ok quindi ve ne potete pure andare, ci vediamo a novembre!” La scaletta si sviluppa su un alternarsi di pezzi caratterizzati da uno spiccato groove rock'n'roll, alternati da ballate impreziosite da assoli di gran gusto e tecnica, mai banali ne ridondanti. Il famoso “guitar talking” esordisce con Show Me The Way, al termine della quale parla più accuratamente del suo ultimo lavoro Thank You Mr Churchill, album dal sapore autobiografico, ma il siparietto più spassoso è quando racconta della sua reazione ai risultati del precedente album, Fingerprints, album strumentale nel quale Frampton esplora diversi generi chitarristici e che gli è valso la vittoria di un Grammy Award, “Mi hanno dato un Grammy per starmene zitto, quindi prima di fare quest'ultimo disco ero alquanto timoroso a cantare di nuovo...!”
In chiusura gli apici sono stati segnati con l'esecuzione della super-hit Baby I Love Your Way, attesissima, ma ancor di più da due cover, prima fra tutte Black Hole Sun dei Soundgarden, eseguita in una strabiliante versione, quasi interamente strumentale, eccezion fatta per l'ultimo ritornello, cantato attraverso il tubo del talking guitar e la chiusura, con While My Guitar Gently Weeps, tributo al grande amico George Harrison.
SETLIST: Off the hook Plain Shame Lines Show Me Restrain Float Boot it up Double Nickel Go to the sun Vaudeville All I wanna be Suite: Liberte Asleep at the wheel Shine on Black hole sun Nassau/Baby I love your way Money Do you feel
(encore) I want it back While my guitar gently weeps
Articolo del
01/04/2011 -
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