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Eccoci di nuovo qui: Massimo Volume nell’ennesimo sold out al Circolo degli Artisti di Roma, appena quattro mesi dopo il concerto di presentazione del loro ultimo lavoro Cattive abitudini. E li ritroviamo davvero “al massimo della forma”! Senza le rigidità di un concerto che deve riproporre interamente un album, come era stato per lo scorso dicembre. Qui invece si comincia dalla fine della prima vita di Massimo Volume: Altri nomi era il pezzo allucinato che chiudeva Club privé, ultimo incompiuto lavoro di fine anni ’90, appena prima dello scioglimento. È un nuovo inizio, per nulla scontato, che ci lascia presagire una serata potente, dinanzi a un Circolo stracolmo, ma forse stranamente troppo “calmo”. E allora dopo un passaggio da Da qui si arriva a una manciata di pezzi dal recente Cattive abitudini e ci pare che il mirabile muro di suono in questa serata abbia un amalgama ancora maggiore: perfetti i dialoghi delle chitarre, Vittoria possente nel suo battito preciso, Mimì in stato di grazia. Quindi un trittico che pensavamo avrebbe lanciato il pubblico nel fomento e invece così non è stato: Litio, Il primo Dio, Fausto ce le siamo gustate, purtroppo urlando e saltando, piuttosto in solitaria… Quindi un inaspettato ritorno a Stanze: “Non importa trovare qualcosa di meglio/ basta qualcosa di differente” da Tarzan e Cinque strade, con distorsioni e chitarre che dal post-punk ci catapultano a un post-rock rumoristico ed epico, in cui Stefano si scatena. E poi “Leo è questo che siamo?” di Fuoco fatuo, per le urla finali della prima parte. Ma poi si rientra con cinque pezzi, in parte imprevedibili: dopo il distopico capolavoro Alessandro, con la minimalista chitarra di Egle, la straziante malinconia di Sul Viking Express e Qualcosa sulla vita: “la sua nuova pelle splendente era un richiamo alla vita”. Per chiudere con il trittico da Stanze: e “l’adesione è fuoco” di Ororo, in effetti quasi identica chiusura del concerto di qualche mese fa.
Ce ne andiamo dopo circa un’ora e mezzo di concerto che rasenta la perfezione. Massimo Volume ancora una volta maestri di atmosfere e suoni. Noi ce la siamo goduta, forse troppo in dietro, che siamo arrivati tardi, al solito, ma rimane il rebus di un pubblico che accorre in massa, apparentemente sopito in un ascolto passivo, quando non perso in mille chiacchiere: “in nome di Dio vi perdono e vi condanno”.
SETLIST: Altri nomi, Senza un posto dove dormire, Coney Island, La bellezza violata, Le nostre ore contate, Robert Lowell, Tra la sabbia dell'oceano, Litio, Il primo Dio, Fausto, Vasco da Gama, Seychelles '81, Tarzan, Cinque strade, Fuoco Fatuo. Bis: Alessandro, Sul Viking Express, Qualcosa sulla vita, Stanze, In nome di Dio, Ororo.
Articolo del
07/04/2011 -
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