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Un'ora e quaranta minuti quasi continuativi: Alberto, Roberta e Luca (più Omid, entrato nella formazione live da gennaio) hanno fatto un'unica pausa di soli tre minuti, mostrando sempre più la loro estraneità a un sistema di divismo nel quale non si riconoscono. Musicalmente i Verdena si possono apprezzare o meno, ma la coerenza con le loro idee è un dato di fatto che va assolutamente riconosciuto. Certo, può sembrare freddo dire un totale di circa venti parole (non cantate, ovviamente) durante cento minuti di concerto, ma la linea di pensiero più adatto a “giustificare” questo modo di fare è che Alberto, in fondo, preferisce far parlare i lavori e dei suoi compagni di viaggio; parliamone anche noi, allora.
22.45: lo stage è pronto, i quattro fanno il loro ingresso e si parte. L'opener scelto è il brano che gira per ora in radio, Scegli me (un mondo che tu non vuoi), che come in Wow apre all'ascoltatore (in questo caso allo spettatore) il sipario per fargli godere uno spettacolo che si preannuncia fantastico. La scaletta è molto varia: si va dalle storiche Muori Delay e Il tramonto degli stupidi a, ovviamente, molti brani del nuovo lavoro come Rossella Roll Over, Grattacielo, Loniterp. Una Volvonauta piazzata quasi a fine scaletta fa partire un'ovazione di quelle storiche, che ti fan venire la pelle d'oca, probabilmente, anche se non apprezzi la canzone; ma per chi va a vedere i Verdena Volvonauta è un must imprescindibile, il pezzo che li ha fatti conoscere più di ogni altro, e per questo lungo la schiena della quasi totalità dei presenti c'è stato un brivido vivo, a sé stante che ti spinge a urlare ogni singola parola del testo. I quattro (tre nei pezzi vecchi) sono in formissima: dietro le pelli Luca è assurdo, una macchina da guerra, picchia duro, forte, preciso e deciso; Roberta è in grandissimo spolvero e il suo basso detta con precisione il ritmo, sostituendo Alberto anche nei ringraziamenti tra un pezzo e l'altro; e poi Alberto, proprio lui. Be', che dire: semplicemente perfetto sia alle tastiere che con la chitarra, ma specialmente alla voce; mai un calo, sempre preciso, presenza scenica ottimale e interazione che, come detto, è tutto fuorché verbale, ma non per questo scarsa, tutt'altro. Lo stagediving poco prima della brevissima interruzione pre-encore è forse anche troppo folle, considerata la chitarra al sèguito nel volo. Tuttavia, il tuffo ha avuto solo un effetto più che positivo sulla folla, che ha continuato ad osannarlo come non mai.
Come detto, c'è stato il regalo Volvonauta, ma un po' di amaro in bocca è rimasto ai numerosissimi fan presenti (concerto sold out da un paio di mesi, con gente da tutta la Sicilia orientale e non solo) a causa della mancata esecuzione di Luna, richiesta follemente e disperatamente per circa trenta minuti con ripetuti cori (travisati in modo divertente da “Luna, luna!” in un “Nuda, nuda!” rivolto a Roberta da Alberto), ma sarebbe stata solo la ciliegina su una torta che comunque s'è fatta gustare ottimamente, nonostante, forse, sarebbe stato meglio scegliere una location un po' più adatta dei Mercati Generali -luogo davvero bello, ma in parte dispersivo e probabilmente meno adatto di altri a spettacoli del genere. Piccolezze, comunque: il concerto finisce con il duo Il gulliver e Lei disse (un mondo del tutto differente), un pezzo storico e quello di chiusura di Wow (che fa il paio, quindi con l'apertura di Scegli me). Applausi, ovazioni e poi dj set. Dopo cento minuti senza un secondo di sosta, il riposo giunge meritato.
Articolo del
11/05/2011 -
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