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La serata inizia con la proiezione di Out Of Our Minds, un lungometraggio che possiede lo stesso titolo dell’ultimo album che Melissa Auf Der Maur, artista canadese ex Hole ex Smashing Pumpkins, ha girato in collaborazione con il regista Tony Scott. Il film ha ricevuto positivi riscontri al Sundance Film Festival nello Utah ed è ambientato in una foresta del Vermont. Dimensione onirica e suggestioni mitologiche si sovrappongono di continuo in un crescendo di quasi trenta minuti che vede l’assenza di dialoghi ma un potente crescendo musicale fatto di chitarre strofinate e lancinanti. OOOM ha un solo tema ricorrente, quello del sangue, che scorre copioso dalle ferite di Melissa - che compare sia all’inizio che alla fine del film - nel petto dei guerrieri a cui viene estratto il cuore, dalla corteccia degli alberi secolari che vengono inopinatamente abbattuti in una scena del lungometraggio.
Il tempo di allestire il palco ed ecco che Melissa compare dal vivo per la sua intimate evening, un concerto che la vede per la prima volta esibirsi senza un batterista, a parziale discapito di quella dimensione Rock che l’ha sempre vista protagonista. Alta, capelli rossi come il fuoco che scendono lungo le sue spalle, perfettamente a suo agio in una blusa nera trasparente e in quegli shorts che mettono in evidenza le sue lunghe gambe, Melissa non fa proprio niente per nascondere la sua sensualità. E’ contenta di essere tornata a Roma, quasi si scusa con il pubblico che riempie la sala per aver fatto date solo nel Nord l’anno scorso, racconta della sua visita in città al cimitero dei Frati Cappuccini e a Piazza del Popolo per poi imbandire la sua chitarra basso e cominciare a suonare. Melissa è accompagnata da altri due giovani musicisti canadesi di Montreal, alla chitarra e alle tastiere. Il suono della batteria è originato da una drum-machine programmata per sostenere la sezione vocale ed il basso di Melissa. Partono brani come Out Of Our Minds, 22 Below, Fire e Taste You e si avverte marcata la sua impronta dark wave. Dietro di lei scorrono le immagini delle sue produzioni video che forniscono ulteriori indicazioni sulla natura e sulla dimensione artistica di Melissa, una creatura che trae ispirazione dal Fuoco, dalla Materia grezza, dal Sangue, che ci vuole spingere oltre i confini angusti delle nostre menti per arrivare a percepire l’Arte e la Musica attraverso il cuore. L’impronta di Billy Corgan, l’ideatore degli Smashing Pumpkins, rimane evidente, ma dopo di lui Melissa ha saputo fare da sola e sono già otto anni che procede con il suo progetto che vede sempre come riferimento assoluto la sua chitarra basso. Le note e le liriche di Devil’s Play, Followed The Waves e di Meet Me On The Dark Side ci regalano la dimensione più intima di Melissa, 39 anni ben portati che, durante una pausa, ci rivela come la chitarra basso sia la Madre di tutti gli strumenti e che anche lei ha da poco scoperto che diverrà presto una madre. Applausi a non finire, grida di approvazione e via con una struggente Father’s Grave tratta dall’ultimo album, un disco che l’ha portata a chiudersi da tutto e tutti negli ultimi due anni , ma che si rivela davvero centrato. Seguono composizioni come Isis Speaks e Wolf Moon - e dopo aver augurato all’Italia un periodo nuovo, di cambiamento, anche del Premier - Melissa ci regala a sorpresa una cover di Love Like Blood, un vecchio successo dei Killing Joke e sul finale, un’altra sorpresa, il tributo ad un grande artista canadese, Leonard Cohen, del quale esegue una versione davvero particolare di Everybody Knows.
Una serata all’insegna di good vibes, di sonorità forse meno esplosive rispetto al passato, ma sempre viscerali ed appassionate come solo Melissa Auf Der Maur è in grado di offrire.
(La foto di Melissa Auf Der Maur in concerto a Roma è di Giancarlo De Chirico)
SETLIST:
Space Out Of Our Minds 22 Below Taste You Fire Devil’s Play Followed the Waves Meet Me On The Dark Side Father’s Grave Isis Speaks Wolf Moon Love Like Blood
Encore: Skin Receiver Everybody Knows
Articolo del
19/05/2011 -
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