Bud Spencer Blues Explosion Bud Spencer Blues Explosion + Low Frequency Club live @ Circolo degli Artisti - Roma, 19 maggio 2011 Roma  19/05/2011 di Giuseppe Celano

In concomitanza con la presentazione del libro Woytila Segreto il Circolo propone tre band totalmente differenti fra loro: Distorsonic, i Low Frequency Club e gli ormai affermati Bud Spencer Blues Explosion.

Aprono le danze i Distorsonic mancati per motivi d’orario, subito dopo è la volta dei Low Frequency Club che schiantano il pubblico romano con la loro miscela di rock al fulmicotone a cui cuciono addosso dosi letali di elettronica mutandone il DNA roccioso in qualcosa di danzereccio.
Basso slappato e batterista pirotecnico sono i punti di forza di una band fresca e snella, i pezzi, costruiti in crescendo, forniscono un senso di progressione ritmica a cui difficilmente si può resistere. Convincono leggermente meno quando cantano, ma è un neo da miscroscopio elettronico di fronte al risultato complessivo.

Verso le 23.00 Adriano e Cesare salgono sul palco velocemente partendo nell’identico modo dell’ultima volta che li abbiamo incrociati. Voodoo Child (Slight Return), sezionata e rimontata a piacere da Viterbini che ne violenta l’essenza hendrixiana portandola su territori più hard-rock, fa da apripista per una serata in cui non si fa in tempo a stancarsi che la band vira velocemente verso altri lidi grazie ai cambi ritmici di Cesare, sudato e in debito d’ossigeno come mai prima.
La logorrea dei fraseggi, i continui mutamenti, le cover dal volto deformato possono tediare i meno avvezzi ai tecnicismi magmatici di Adriano che continuando dritto per la sua strada macina riff à go-go.
Si va da Mi sento come se a Hey Boy Hey Girl (marchio di fabbrica del duo), passando per sezioni acustiche che ci riportano nel Delta del Blues, lì dove tutto ebbe inizio.
Non mancano la “neonata” Killing In The Name, irriconoscibile ai più (se non verso il finale) perchè trasformata in un torrido blues ossessivo, e la mitica Fuoco lento, brano degli Area che risplende di una luce propria, seguita dalla successiva Esci piano.

Insomma una classica serata in stile BSBE con nessun mutamento significativo dal punto di vista compositivo ma un affiatamento sempre più stretto fra chitarra e batteria, marca Page/Bonahm, che lascia più volte stupiti.
I detrattori l’avranno bollata come una serata votata ai tecnicismi, gli amanti della musica suonata davvero come l’ennesima conferma di una band che si è consolidata nel tempo. Scegliete da che parte stare, non si accettano vie di mezzo.