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Eccoli qui i nuovi edifici che crollano, Einstürzende Neubauten, da oltre trent’anni nei nostri cuori, sui palchi di mezzo mondo, nelle orecchie delle nostre assordanti nottate. Avevamo perso il trentennale bolognese dello scorso anno. Ma ancora ricordiamo una epica nottata di fine anni ’80, alla Cavea del Museo Pecci di Prato, nella quale saltò l’impianto elettrico e si finì col massacrare di martellate gigantesche lattine di plastica, insieme ad un carrello della Coop locale. Quindi un’altra serata all’ex cinema Astra di Roma, quando alle fiamme di Unruh mezza sala preferì uscire; eppoi le quasi diecimila persone, pochi anni fa al tendone del Villagio Globale – Campo Boario di Roma, con un Blixa Bargeld stupefatto dall’inaspettato calore del pubblico romano.
Qui siamo nella assai gremita (platea strapiena!) Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, tra poltrone rosse, pareti di legno e un pubblico che sembra essere riuscito ad uscire vivo dagli anni ’80, mantenendo il nero assoluto di ordinanza. Arriviamo al solito in ritardo e ci perdiamo Theo Theardo che suona, accompagnato da una violoncellista, con le luci ancora accese e noi colpevolmente alla ricerca del posto, che troveremo oramai troppo tardi. Quindi entrano Einstürzende Neubauten: un al solito splendido Blixa Bargeld in vestito nero e gilet abbottonato, temiamo per contenere un ventre di discrete dimensioni che fa timidamente capolino; Alexander Hacke, in improponibile canottiera bianca, al basso e alla frusta in una splendida versione di Seele Brennt; N.U. Unruh ci sembra in ottima forma, l’unico a non accusare gli anni, probabilmente perché non è mai sembrato particolarmente giovane, con la sua pelata da folle rumorista senza tempo; quindi Jochen Arbeit alla chitarra e alle percussioni di metallo in Seele Brennt, Rudolf Moser alla batteria e percussioni, quindi Ash Wednesday, in canottiera nera trasparente che appare sotto la giacca, alle tastiere e al pc. Intorno il solito parco di strumenti ingegnosamente fabbricati e suonati di nostri eroi.
Ripercorrere la scaletta è impossibile, anche perché l’abbiamo ricostruita a fatica: due ore abbondanti di sonorità eccellenti, sprazzi di poesia assoluta – come la Melancholia di Befindlichkeit des Landes, i tubi percossi di Youme & Meyou, la già citata Seele Brennt, quindi Reudkt verso la fine – cavalcate devastanti come Die Interimsliebenden, Haus der Lüge mentre cascano posate e soprattutto Headcleaner, in cui a volte la voce di Blixa si perde, per tornare formidabile nella gran parte del concerto. Eppoi un disciplinato N.U. Unruh, che corre sul palco tra una mise à la Tristan Tzara al Cabaret Voltaire, tubi di ferro da percuotere, mentre Blixa evoca Russolo e Marinetti in Let’s Do It DaDa.
È un live davvero strepitoso: un suono perfetto, che ti verrebbe di proseguire tutta la notte! Ci sia concesso: Einstürzende Neubauten ci sembrano il più potente live degli ultimi tempi; ci verrebbe da dire, forse “troppo rock”, rispetto ai nostri ricordi, ma davvero formidabili. Un’anteprima del Festival estivo MIT Meet In Town, del prossimo 22-23 luglio qui all’Auditorium: davvero una favolosa premessa!
SETLIST approssimativa:
The Garden, Befindlichkeit des Landes (Ufo, Rampe, Überl.), * Die Interimsliebenden, Nagorny Karabach, inizio di 1/2 Mensch, quindi Von Wegen, Dead Friends (Around the Corner), Unvollständigkeit, Installation # 1, Youme & Meyou, Let’s Do it DaDa, Haus der Lüge/Noise/Rampe, Sabrina, Selbstportrait mit Kater (?), Susej…
primo bis: * Headcleaner, Seele Brennt secondo bis: Redukt, Total Eclipse of the Sun.
Articolo del
07/06/2011 -
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