|
Continua l’opera di sonorizzazione dei Calibro 35 che in questa occasione ripropongono Milano odia: la polizia non può sparare, uno dei classici noir anni ’70 diretto da Umberto Lenzi.
Gli appassionati hanno risposto velocemente all’appello presentandosi al Carroponte, zona di Sesto San Giovanni (Mi). La fantastica, e imponente, struttura in metallo illuminata da una luce rossa che la rende una galleria sensuale, e un po’ lasciva, accoglie intorno alle quattrocento persone tutte, o quasi, concentrate sullo spettacolo. Il film proiettato alle spalle della band, diviso in due sezioni simmetriche proprio dallo schermo, parte sull’ormai mitico inseguimento con la polizia in cui Thomas Milian, in arte Giulio Sacchi, dimostra di essere il cattivo più cattivo della storia. I volti, e in alcuni casi le maschere (Henry Silva), si susseguono resi più vividi dalla musica dei Calibro 35 che, oltre ad eseguire per intero la colonna sonora del film, inseriscono nuove sezioni improvvisando sulle tematiche del film. È un continuo scroscio di applausi suddivisi fra il film e la band la cui sezione ritmica si fonde in un sincronismo pressocchè perfetto con pianoforte e sax. La voce di Ferruccio Amendola biascica le parole di Sacchi, strafatto e malvagio, trincerato dietro i suoi occhiali da sole e divorato dalla disperazione, mentre la band esce dagli schemi inventando nuove soluzioni melodiche e ritornando poi sui binari. Impagabile la scena finale in cui Milian perde il suo ghigno beffardo, da spaccone, di fronte all’espressione glaciale di Silva (l’unico uomo che sembra rifatto dalla chirurgia estetica senza essersi rifatto davvero) che, destituitosi da commissario, lo condanna a morte per i suoi crimini.
È davvero uno spettacolo emozionante vederli eseguire ogni passaggio con una facilità imbarazzante, i Calibro 35 meritano le iperboli che la stampa gli concede, s(u)o(na)no veri, puliti e unici.
Articolo del
17/06/2011 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|