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Un misto di Run Dmc, Beastie Boys e Beck fulminati sulla via di New York a fine anni ‘70. Tra colbacchi, magliettine fluo e rapping nostalgico, i francesi possono essere molto strani. Ti stringono la mano chiacchierando in spagnolo e poi cantano in inglese, ti ricordano la nu-rave ma in realtà farciscono i ritmi in levare funk. La scioltezza della computer music sottomessa a incontenibili esibizioni live e arricchita da fantastorie up-beat che nei video trovano la loro contaminazione visiva migliore.
I Naive New Beaters, ovvero Martin Luther B.B. King (chitarre), Eurobelix (computer) e David Boring (voce) a Parigi ultimamente strimpellano più che bene, tanto da essere remixati anche dalle menti dell’elettronica compaesana (The Bloody Beetroots, Yuksek, The Shoes). Vuoi per la frenesia che si respira nei club, vuoi per lo slancio dialettico i tre, insomma, ci hanno messo molto poco a trasformarsi in hit, complici due singoli stralinkati (Just Another Day, Get Love) e un primo album Wallace firmati SunnyBit. Un centinaio di show a supporto dei Kills hanno fatto tutto il resto. E tra l’altro chi meglio di un Alison e un Jamie avrebbe potuto avvalorarne la figaggine in giro per l’Europa? Così arrivati per la prima volta in Italia, trovano ad accoglerli un Parco San Sebastiano prontissimo a far bisboccia con loro. L’occasione è di quelle importanti: fino al quindici agosto Roma Vintage tiene alto il sipario con un cartellone estivo stracolmo di ospiti stranieri e non, mercatini, mostre e retroscena contagiosi. Anche i parigini apprezzano e si divertono. David è un perfetto mc e la scena la mantiene senza fin troppi problemi, in una sessantina di minuti tanto disordinati quanto avvincenti. Mondo-pop variegato dalla dancefloor che sul palco mette in fila tutto quanto: l’intero album, le prime file, l’abbigliamento festivaliero a ‘tenda’ e a ‘strisce’, i pomeriggi anni Ottanta e qualche promessa di ritorno in Italia.
Piacevoli quanto basta, simpatici perché echeggiati dalla storia putativa. “Ci definiscono come gruppo rock, pop, hip-hop ecc, ma dipende dal tipo di musica con la quale la persona che ci ascolta ha più dimestichezza. Ad esempio, un rapper dirà che noi facciamo rock”. E un rockettaro? Be’, certo che l’importante è saltare quando in conto ci stanno certe glorie indie!
Articolo del
20/06/2011 -
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