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Una serata davvero entusiasmante, grazie al combat folk dei Modena City Ramblers, un vero e proprio collettivo musicale che ha una sola missione nella vita e nell’arte: intrattenere il pubblico pagante attraverso una musica contagiosa ed altisonante e, al tempo stesso, fornire quegli stimoli giusti per far riflettere e pensare sulla realtà che ci circonda.
Le radici irlandesi della band, attiva dal lontano 1991, sono ben presenti anche sul nuovo lavoro, pubblicato di recente ed intitolato Sul tetto del mondo. E’ questo l’album che i Modena City Ramblers presentano dal vivo in tour e la data romana è qualcosa di speciale, sia per partecipazione di pubblico che per intensità di performance. Sarà l’onda lunga dei referendum, sarà la voglia di cambiamento che scorre nel mondo dello studio e del lavoro, ma l’area concerti del Parco San Sebastiano è veramente piena di gente, desiderosa di cantare e di ballare, disposta a farsi guidare da Davide “Dudu” Morandi e dalla sua band, musicisti preparati, impegnati e festanti. Brani come Altritalia, Interessi Zero, Il posto dell’airone , I giorni della crisi e Povero diavolo mescolano folk e rock, musica gaelica e punk di combattimento, mentre le liriche rendono omaggio ai piccoli grandi eroi della vita pubblica del nostro Paese, personaggi come Angelo Vassallo, il sindaco del Cilento assassinato dalla camorra, il giudice Falcone o ancora Peppino Impastato, entrambi uccisi in Sicilia dalla Mafia. Nella prima parte del concerto è in evidenza il violino di Francesco “Fry” Moneti che detta le linee soliste della maggior parte dei brani, molto acclamato anche Luciano Gaetani, componente storico della band, ex Roisin Dubh, che viene acclamato come l’ottavo Re di Roma! Durante il concerto sono molti i riferimenti a Libera, l’associazione fondata da don Luigi Ciotti, che si batte per i diritti degli oppressi e per il sequestro dei beni e dei terreni acquistati con i soldi della mafia. “Terra Libera” grida Dudu e ringrazia tutti gli attivisti di Libera, nuovi Figli del Vento che si battono contro tutte le ingiustizie. Non mancano le riflessioni sul problema dell’immigrazione, vengono ribaditi i diritti dei migranti e viene ricordato come tanti anni fa eravamo proprio noi ad emigrare in Argentina e negli Stati Uniti. Segue una straordinaria reggae version di “Mamma mia dammi 100 lire che riscutote grandi consensi fra il pubblico. Que Viva Tortuga! è un tributo al mondo dei Pirati, visti come i primi rivoluzionari di sempre, spina del fianco dei mercantili inglesi ed olandesi, simbolo del nascente Capitalismo. Molto bella anche l’esecuzione di Viva La Vida, Muera la Muerte!, un successo di qualche anno fa, ma che assume valori nuovi e si fa portatore di nuove speranze politiche e sociali. Non ci sono soltanto giovani e studenti universitari fra il pubblico, e lo si capisce quando arriva il momento dell’esecuzione di Contessa, il vecchio successo di Paolo Pietrangeli, canzone simbolo delle lotte studentesche e degli operai nei primi anni Settanta. C’è commozione fra signore e signori fra i cinquanta e i sessanta anni d’età, che trovano ancora qualcuno a cui passare idealmente il testimone. Pian piano i suoni della chitarra elettrica prendono il posto dei violini, il ritmo diventa più serrato, a metà strada fra punk rock e la musica ribelle dei Gogol Bordello: La mosca nel bicchiere è un momento musicale garbatamente retro ma molto entusiasmante, altrettanto valida Sul tetto del mondo, la title track del nuovo cd, che riassume tutti i contenuti dei venti anni di storia del gruppo.
Quando i Modena City Ramblers lasciano il palco dopo oltre due ore di concerto, il pubblico non si scompone affatto, non si dà per vinto, si limita ad intonare a gran voce le parole di Bella ciao, la vecchia canzone partigiana diventata simbolo di tutta l’avventura musicale del gruppo. Dopo pochi minuti i MCR raccolgono quell’invito così sentito, così corale e ci regalano una versione live del brano davvero effervescente e gustosa. Dudu e gli altri finiscono sudati, distrutti dalla fatica e dal caldo, ma contenti come mai, e promettono di tornare presto, per un’altra serata come questa.
Articolo del
24/06/2011 -
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