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Scozia: patria coraggiosa, come ci raccontava Mel Gibson nel suo Braveheart. Patria di buona musica alternativa, come ci insegnano Franz Ferdinand e Belle & Sebastian. Scozia, dove tutti sono incazzati con tutti, come recita una delle più famose battute Made in Simpsons di Willy, il giardiniere della scuola elementare di Springfield.
Ecco, prendete il coraggio, la buona musica, e la rabbia furente. Fatto? Mischiamoli, e - ladies and gentlemen - vi presento i The Fire And I, primo gruppo “convocato” dall'etichetta messinese Imago Sound per la rassegna Onda Wave, al secolo Gordon Love e Hooligan Sadikson. Un duo, basso e batteria, ma che tutto sembra fuorché, per l'appunto, un duo: la furia trascinante di Holligan dietro le pelli è equilibrata dall'apparenza tranquilla di Gordon, bassista e cantante che nel suo curriculum può vantare anche una buona esperienza come chitarrista nella precedente band, dalla quale lui e Hooligan si sono chiamati fuori "perché eravamo molto più avanti degli altri componenti".
Messina ha assistito a un live travolgente (aperto da un altro duo, i catanesi La voce del popolo: un po' più grezzi, ma c'è molto materiale positivo con il quale lavorare), senza un attimo di pausa, godendo di una vasta gamma di sonorità che abbracciavano il punk rock degli Offspring fino ad arrivare all'hardcore stile Sick Of It All; è per questo che viene spontaneo, tra le curiosità iniziali, sapere quali siano effettivamente le loro influenze principali. E anche qua si capisce perché questi due ragazzi lavorano così bene insieme: sono così tanto diversi che la loro unica alternativa all'omicidio reciproco è la convivenza. Gordon Love ama "l'alternative di inizio/metà anni '90, i Nirvana e i Manic Street Preachers"; Hooligan adora "il post rock (specie gli Austin TV), il vecchio punk rock e le cose vecchie e belle come Tom Waits". Sulla carta non tanto dissimili, ma le personalità così differenti fanno sì che il risultato effettivo sia un prodotto stupefacentemente vario, così tanto pieno di sonorità diverse tra loro da chiedersi se effettivamente abbia suonato un duo o una band da quattro elementi. Certo, qualche piccolo “trucchetto” c'è, se così vogliamo dire: Gordon usa due amplificatori, uno da basso e l'altro da chitarra, leggermente modificato ed adattato in modo che esca un suono che si possa sposare bene con il percorso artistico dei The Fire And I. Percorso iniziato ufficialmente con la pubblicazione del primo album, Stampede Finale, nel novembre dello scorso anno, ma che in realtà è in cantiere già da tempo, come conferma lo stesso Love: "Quando lasciammo il gruppo io e Hooligan avevamo già dell'ottimo materiale messo da parte per suonarlo insieme, da soli; il lavoro di produzione e registrazione, però, non è stato breve. Siamo stati impegnati per un anno e mezzo, quasi due, per portare a termine il lavoro e adesso siamo già proiettati sul nuovo disco, che suonerà più heavy del primo, mentre per il terzo, in futuro, pensavamo di fare qualcosa di più elettronico".
La luce che gli si accende negli occhi è esplicativa su quanto creda nel progetto, e su come si divertano i due a creare musica e a suonarla, trasmettendo nel pubblico una carica enorme, la stessa carica che - è evidente - provano loro salendo sul palco. Per questo, data la loro voglia di suonare e l'effettiva qualità della loro musica, non si può che prendere con entusiasmo la risposta all'ultima domanda “Tornerete presto in Italia, dopo quest'esperienza?”. Giuro, non ho mai sentito un “Fucking yes!” più adrenalinico.
Articolo del
01/07/2011 -
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