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Tempi difficili per gli Stooges di Iggy Pop, costretti a cambiare in corsa durante la seconda parte del loro tour europeo. Scott Asheton, il batterista originario, il famoso “Rock Action” è stato operato d’urgenza a Londra a causa di un travaso di sangue nello stomaco. Mentre scriviamo è già tornato a Miami negli Stati Uniti per una convalescenza piuttosto lunga. Henry McGroggan, il tour manager, non si è perso d’animo e ha contattato subito Larry Mullins, il batterista che ricordiamo già con Iggy nel 1993 durante il tour che fece seguito alla pubblicazione di American Caesar e che adesso collabora a tempo pieno con gli Angels Of Light di Michael Gira (Swans). Larry conosce a memoria il repertorio Stooges, non ha avuto quindi nessuna difficoltà ad ambientarsi a partire dalla data di Lisbona, in Portogallo. Lo ritroviamo qui stasera ai Giardini Reali di Valencia per uno show che vede gli Stooges protagonisti assoluti, e non più parte del programma di un festival.
Mi trovo là fin dal pomeriggio, ascolto il soundcheck, Iggy naturalmente non c’è, è rimasto a riposare in albergo, ma il suono è quello giusto, si mette bene. Il posto è accogliente, gli alberi dei giardini e il vento del Levante che si incanala lungo il letto del Turìa tengono al riparo dal caldo. Vecchi hard rockers, reduci del punk e dalla dark wave si ritrovano puntuali all’ingresso poco prima delle 22,00 quando Iggy & The Stooges irrompono sul palco sulle note di Raw Power, il manifesto artistico del disco omonimo del 1973, i cui brani costituiscono il punto di partenza di questa nuova reunion degli Stooges, dopo la scomparsa di Ron Asheton. Il lavoro di Larry Mullins alla batteria si integra perfettamente con il suono ventrale del basso di Mike Watt, che sembra finalmente a posto dopo la frattura del ginocchio sinistro. Search And Destroy: la chitarra elettrica di James Williamson non concede scampo, ha il sopravvento su tutto e sprigiona un’energia incredibile che mette in moto l’Iguana, decisamente il più attivo sul palco. The Man of Detroit, malgrado i 64 anni compiuti, ha ancora tanta voglia di prendere a calci il mondo intero, e non ne vuole proprio sapere di andare in pensione!
L’intro chitarristica di Gimme Danger mette i brividi: drammatica, tesa e profonda l’interpretazione di Iggy che sembra davvero voler ripercorrere quei giorni lontani dell’autolesionismo, della corsa folle verso l’autodistruzione che però sul piano musicale portarono schegge di Hard Rock che ancora adesso vive e infiammabili! E’ il momento di Shake Appeal, il rock and roll scatenato e selvaggio che Iggy vuole condividere con il pubblico delle prime fila. Molti ragazzi salgono sul palco aiutati dalla security e si scatenano in una danza infernale di corpi che si lasciano guidare dal suono della chitarra di Williamson e si lasciano andare “con mucho gusto”. Iggy quasi sparisce, sommerso come è dalla folla, e non è per niente facile farli tornare giù. Il blues cadenzato e bollente di I Need Somebody precede 1970, il brano che vede protagonista Steve MacKay al sassofono, che lascia un’impronta di free jazz stile John Coltrane sull’esecuzione. Il suono del sax si mescola a quello della chitarra elettrica, due strumenti eminentemente solisti si rincorrono, si sovrappongono, si cercano nell’estasi sonora più folle che ancora oggi al Rock and Roll è dato conoscere. Iggy grida "I Feel Alright" come un ossesso, non si concede un attimo di pausa e saltella felice sul palco incurante del malanno all’anca con cui convive ormai da diverso tempo. Beyond The Law, è il primo brano tratto da Kill City, il disco della rinascita dopo il ricovero in un ospedale di Los Angeles nel 1975. Ancora le note del sax in primo piano per una lunga cavalcata sonora che ci porta fino a Funhouse, l’espressione più compiuta e meglio riuscita di quella sintesi letale di heavy blues, hard rock e jazz bianco che rese protagonisti gli Stooges negli anni Settanta.
Passano gli anni ma Iggy ha ancora ben solido il concetto di “Cock In The Pocket” che anima la sua musica, che è emanazione di sesso allo stato puro, che è orgiastica, ultimativa, finale! Open Up And Bleed, una slow ballad che è solo in apparenza melliflua, un’altra testimonianza esistenziale di quei giorni, quando per Iggy non c’era differenza fra dimensione personale e carriera artistica e spingeva tutto fino all’estremo, sempre, ogni volta. Le sferzate elettriche di I Got A Right spezzano l’atmosfera che si era creata e ci ricordano dell’energia primordiale di cui sono capaci gli Stooges. Si prosegue con I Wanna Be Your Dog, un brano degli esordi, un pezzo il cui riff ha segnato la storia del Rock e ha fatto prendere la chitarra in mano a tanti giovani musicisti.
Sotto palco è l’Inferno, l’esaltazione è totale in particolare quando Iggy in perfetto spagnolo (vive a Miami e lo ha imparato bene attraverso gli amici che ha fra la comunità portoricana) si rivolge una ragazza del pubblico, la riempie di complimenti, ne esalta la bellezza dei lineamenti del volto ma... si capisce subito dove vuole andare a parare: Your Pretty Face Is Going To Hell subito seguita da Penetration, una delle accoppiate più orgogliose e sprezzanti firmate dagli Stooges, la rivincita del sesso maschile, spesso succube del fascino di una femminilità tanto bella quanto ingannevole, tanto dolce quanto poco duratura. Fuck this shit! L’atto sessuale simulato da Iggy e sullo sfondo le note di una chitarra elettrica che diventa ancora una volta inesorabile ed estrema su Death Trip, inquietante, viscerale come la ricordavamo nei nostri sogni notturni, sesso e morte, fino ad esaurimento posti, fatevi sotto che ce n’è per tutti! Johanna e Kill City precedono l’incandescente finale riservato a No Fun, un altro manifesto dell’intera opera musicale degli Stooges.
I Giardini Reali di Valencia subiscono il fascino incendiario degli Stooges che salutano tutti, ma scompaiono subito dopo nel backstage senza più tornare sul palco. La gente comincia a protestare, ne vuole ancora, vuole di più. Si sentono anche partire dei fischi, ma sono passati soltanto ottanta minuti dall’inizio dello show, è vero, ma Iggy ha dato tutto quello che aveva in corpo. Adesso ha imparato che deve dosare le fatiche, se vuole durare ancora. Come dargli torto?
La movida valenciana ci attende, anche se non potrà mai darci le stesse emozioni di uno show che sa essere comunque elettrizzante e fantastico, malgrado la perdurante assenza di brani nuovi in repertorio. Non importa, gli Stooges sanno cavarsela anche così.
SETLIST:
Raw Power Search & Destroy Gimme Danger Shake Appeal I Need Somebody 1970 (I Feel Alright) L.A. Blues Beyond The Law Funhouse Cock In My Pocket Open Up And Bleed I Got A Right I Wanna Be Your Dog Your Pretty Face Is Going To Hell Penetration Death Trip Johanna Kill City No Fun
Articolo del
15/07/2011 -
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