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I Blonde Redhead concludono questa sera al Piper il loro tour estivo: sono ansiosi di tornare a casa, a NYC, e male sopportano l’aria viziata di un locale chiuso da troppo tempo, ma sono felici di incontrare di nuovo, in un’atmosfera ben diversa da quella troppo accademica dell’Auditorium, il loro pubblico italiano.
Le note oscure ed inquietanti di brani come Black Guitar, Here Sometimes e Not Gettino There rendono quanto mai evidente il nuovo orientamento musicale di una band multietnica ma americana di adozione composta da Kazu Makino, chitarra e voce, giapponese, e dai fratelli gemelli Simone e Amedeo Pace, batteria, chitarra e voce, di chiare origini italiane. Il concerto alterna brani tratti da Penny Sparkle, un album difficile ma molto intrigante, a composizioni presenti invece su 23, un disco ricco di elettro-pop raffinato e mette in luce le caratteristiche di una band sempre in movimento, che non ubbidisce ad un unico registro creativo, che si allontana dal Rock storicamente inteso per gettare uno sguardo sull’elettronica e sulla musica noise. Non mancano comunque momenti melodici, affidati alla voce incredibilmente sensuale di Kazu, cresciuta nei locali underground di New York, una donna inquieta, introversa e timida nella vita di tutti i giorni, che trae ispirazione e conforto solo dalla sua musica. Il lavoro alla batteria di Simone Pace e i contrappunti chitarristici della chitarra elettrica di suo fratello Amedeo sostengono a meraviglia le tonalità ora morbide e vellutare ora acute o in falsetto di Kazu, splendida come sempre in un vestitino corto da squaw indiana. Brani come Dr Strangeluv, Spring By Summer Fall, Will There Be Stars, Spain e la bellissima Falling Man impreziosiscono la serata e soddisfono le attese di un pubblico affezionato che ha riempito il locale come nelle grandi occasioni.
Per quanto possa sembrare strano, c’è un qualcosa di ruvido, di primitivo nell’approccio all’ellettronica dei Blonde Redhead. Le stesse linee melodiche fuoriescono a stento dalla struttura acida e percussiva dei singoli brani, forse per questo le ammiriamo ancora di più. Kazu canta, ma quasi non ha bisogno delle parole, tanto i suoi vocalizzi richiamano un qualcosa di epico e lontano. Siamo in presenza di una forma musicale che strizza l’occhio all’avanguardia anche se poi di tanto si ricorda di mettere in campo un afflato pop che ammorbidisce l’impatto delle varie composizioni. SW e My Plants Are Dead e la splendida 23, con una vorticosa danza di Kazu, che sembra essere entrata in trance, concludono la prima parte della serata, in un clima che resta sospeso, carico come è di elettricità e di inquietudine, con le luci del palco che sono tenute volutamente basse oppure totalmente assenti. Dopo una breve pausa Kazu e i fratelli Pace tornano e ci propongono brani come Silently, Misery Is A Butterfly, Penny Sparkle e Everything Is Wrong. Le dissonanze si alternano a riff di chitarra più riconoscibili fino all’apice delle grida stridule di Kazu, in una sorta di estasi creativa, che sa essere anche violenta senza mai perdere niente in raffinatezza.
I Blonde Redhead continuano nella loro opera di azzeramento dei generi musicali, una proposta che è coraggiosa, spiazzante, che alterna l’uso di loop e di sintetizzatori che ci portano attraverso atmosfere oniriche, talvolta ovattate e pesanti, ad un songwriting più melodico che ha in dote la possibilità di “umanizzare” il tutto. E sembrano avere ancora molto da dire... SETLIST:
Black Guitar Here Sometimes Dr Strangeluv Spring And By Summer Fall Not Getting There Will There Be Stars Spain Falling Man XX SW My Plants Are Dead 23
Encore:
Silently Messenger Misery Is A Butterfly/ Equus Penny Sparkle Everything Is Wrong
Articolo del
12/09/2011 -
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