Sunn O))) Sunn O))) live @ Circolo degli Artisti - Roma, 30 settembre 2011 Roma  30/09/2011 di Giuseppe Celano

Solo Stephen O'Malley e Greg Anderson potevano trasformare la saletta del Circolo degli Artisti in un fumoso club dove il ghiaccio secco è cosi fitto da non riuscire a distinguere il proprio vicino. La loro musica, una miscela di doom, black metal, ambient e post-rock, ha tramutato la calda serata capitolina in un’asfissiante e gelida notte di quelle che potreste trovare a Londra o Seattle.

È uno strano sold out quello di stasera, fra la gente in attesa al botteghino se ne contano almeno un centinaio fra cui anche qualche giornalista ben noto. Dentro, le anime sono perlopiù stipate sotto il palco ma la capienza non sembra cosi al limite come il botteghino vorrebbe far credere. Gli organizzatori decidono di serrare le porte a tenuta stagno e pochi minuti dopo le 22.30 capiamo il perche di questa scelta.
I nostri eroi salgono sul palco con un unico ruggito proveniente dalle chitarre, il suono è infernale, qualcosa di ieratico e ipnotico, come se le fauci dell’inferno si fossero spalancate per un urlo di un’ora e mezza. La distorsione è quasi insopportabile, chi non è impegnato a fare il gesto apotropaico usa le mani per coprirsi i timpani. La violenza del suono è cosi feroce che il muro che mi sostiene sembra a tutti gli effetti tremare. Nel giro di 45 minuti molte persone abbandonano la sala, alcuni senza neanche ritornare, totalmente demoliti da tanta aggressività.
Ad essere onesti ascoltare un‘ora e mezza di questo sound devastante è roba che abbatterebbe anche un mammuth. Fuori i commenti sono divisi fra entusiasmo e scetticismo. Noi ci schieriamo in una posizione di mezzo, nei pochi cambi delle chitarre i due incappucciati protagonisti gestiscono il palco in modo sciamanico. Il loro show è catarsi per il pubblico che sembra accartocciarsi sulle proprie coscienze aperte da questo bombardamento sonico su cui si stagliano minacciose le due figure.
Mai come in questo caso possiamo usare il tanto inflazionato wall of sound per indicare la totale assenza di melodia totalmente bandita dalle composizioni, il song-like format viene destrutturato fino al DNA. Le voci straziate dall’elettronica diventano un urlo cibernetico, la musica diventa un acceleratore di particelle per le emozioni più vicine a quello che i Tool, e ancora prima di loro lo Jung, definirebbero lo shadow interiore.

Sunn O))) è un vero e proprio travaglio dell’Io che vi condurrà oltre la lucidità. La pressione sulla psiche è cosi schiacciante che questa musica potrebbe annichilirvi e sfrondare la vita da ogni inutile orpello quotidiano. Non è roba da ascoltare ma da ammirare, la performance torreggia sulle note, vincono 3-0 e se lasci la sala prima vincono per abbandono del campo.
INFERNALI.