Sono lontani i tempi della dark wave britannica, del gothic rock dei Bauhaus, ciò nonostante il ritorno di Peter Murphy, che di quella band è stato a lungo il carismatico leader, viene sempre accolto da una discreta folla di fedelissimi, che non mancano di far rivivere quei giorni, se non altro negli atteggiamenti e negli abiti, rigorosamente in pelle nera, preferibilmente corredati da stivali militari e da borchie. Certo, il recente successo letterario - nonché fenomeno anche cinematografico rappresentato da Twilight - dimostra come il fascino esercitato dai vampiri non sia affatto esaurito ma Peter Murphy non è più la stessa persona. Da diverso tempo infatti ha lasciato l’Inghilterra; Peter abita ad Ankara, in Turchia, è diventato vegano e musulmano, e non pubblicava un album da sette anni ormai (Unshattered risale al 2004). Solo di recente ha deciso di far rivivere il suo personaggio nella dimensione artistica per lui più congeniale attraverso i brani che sono finiti su Ninth, il suo nono album solo, post Bauhaus, un disco forte, carico di energia, di note bollenti e di una ritmica ventrale che ben accompagna la sua vocalità calda e sensuale. Il successo dell’album è accompagnato da un tour mondiale che ci racconta di un Peter Murphy in splendida forma e che non si lascia intimorire dall’età (54 anni, ben portati davvero).
Purtroppo un imprevisto lo ha privato questa sera sul palco del Traffic di Jeff Shartoff, il bassista, e quindi la band si presenta sul palco con Nick Lucero alla batteria e Mark Gemini Thwaite, ex Mission, alla chitarra elettrica. La line-up risulta lesionata, la scaletta del concerto viene modificata e ridotta, ma non per questo Peter Murphy si perde d’animo e parte subito alla grande sulle note di brani tostissimi come Velocity Bird e Memory Go, tratti dal nuovo disco. Ci ricordiamo dell’indole decadente del vocalist britannico al momento dell’esecuzione di I Spit Roses, una ballata lenta e sinuosa, in perfetto stile Bowie, quello dei tempi migliori. Non mancano citazioni Bauhaus, come la splendida Silent Hedges, recuperata per l’occasione. Il concerto non conosce soste, malgrado il locale non sia certo un tempio per la musica, ma Peter è soddisfatto lo stesso: “Siete voi che fate la differenza” grida rivolto al suo pubblico, che affettuosamente si ostina a chiamarlo “Pietro” con invocazioni da stadio. Il lavoro della chitarra di Twhaite è davvero estenuante ed incessante: copre da solo la sezione ritmica e le singole partiture soliste e trova un positivo riconoscimento al momento della esecuzione di un brano come The Prince And Old Lady Shade, una lunga cavalcata gotica che squarcia le pareti e si assesta trionfante nei padiglioni auricolari del pubblico che riempie il locale. Puoi cambiare Paese, puoi trasferirti in un’altra città e cambiare religione, ma una volta che certe pulsioni prendono possesso di te, beh... non c’è niente da fare, sei destinato a dargli voce, e lui Peter Murphy lo fa ancora nel migliore dei modi. Peter confessa che da piccolo andava in chiesa e che seguiva la Santa Messa interamente in latino, così adesso non si trova proprio completamente a digiuno con l’italiano e neanche con il francese, a quanto pare, almeno a sentire l’esecuzione di “Creme de la Creme, una ballata acustica tratta ancora dal nuovo disco.
La band è riuscita ad onorare l’impegno al meglio, malgrado l’assenza di un elemento importante della sezione ritmica, e adesso è il momento degli applausi. Peter Murphy torna sul palco inizialmente da solo, accompagnato dalla sua chitarra acustica, ed esegue A Strange Kind Of Love, una rock ballad da brividi che non conosce lo scorrere del tempo, che viene esaltata ogni volta dalla splendida voce del suo autore. Subito dopo rientra anche la band sulle note di una straordinariamente romantica Huuvola che narra di come la “pioggia spazzi via il dolore” e infine la chitarra di Mark Gemini Thwaite si lancia sulle note elettriche di Ziggy Stardust dall’album capolavoro di Bowie, una cover che sintetizza tutta l’avventura artistica di Peter Murphy, dall’adorazione del Mito alla nascita dei Bauhaus fino a quello che è adesso, altrove, con altre cose in mente, ma con una sola modalità di espressione nell’Arte. Quel Rock decadente e malato, morbidamente perverso, che ancora si agita nel suo corpo.
SETLIST:
Velocity Bird Peace To Each Memory Go I Spit Roses Disappearing Silent Hedges Subway His Circle And Hers Meet I’ll Fall With Your Knife Cuts You Up Crem de la Creme The Prince And Old Lady Shade
Encore A Strange Kind Of Love Huuvola Ziggy Stardust
Articolo del
10/10/2011 -
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