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Una serata tutta improntata ad un Rhythm & Blues forse poco classico ma davvero bollente che ha visto come protagonista indiscusso Andre Williams e i suoi Goldstars. Il musicista ed interprete originario dell’Alabama, ma che ha avuto fortuna nell’area musicale fra Detroit e Chicago, ha da tempo raggiunto la maggiore età, potrebbe fare la vita del signore maturo, responsabile e cullarsi i nipoti, ma ha deciso di ripartire per questo Dirty Old Man tour, in giro per il mondo a predicare il blues, a fare del rock and roll, con le sue omelie a base di sesso, malgrado abbia da poco compiuto i 75 anni d’età.
Preceduto da un breve opening act dei Goldstars, la sua nuova band, Mr Williams si presenta sul palco in un completo chiaro dai colori sgargianti, il suo incedere sulla scena è quello di un navigato entertainer del blues: movimenti lenti e sinuosi delle gambe e del bacino e sguardi ammiccanti in particolare alle ragazze che si trovano subito dotto il palco. Il concerto parte subito con il piede giusto, the Black Godfather è ancora in gran forma e ci regala una fantastica esecuzione di Agile, Mobile & Hostile, il brano tratto da Silky, il disco del 1998 che lo impose all’attenzione di tutti e segnò una nuova fase della sua avventura artistica, dopo un lungo periodo di devastazione causato dall’alcool e dalla droga. Andre Williams è un vero e proprio outsider del Blues, uno che sa cosa vuol dire la sofferenza, l’abbandono e che - dopo un iniziale periodo di successo - ha vissuto sotto i ponti di Chicago durante gli anni Ottanta, quando aveva bruciato tutto quello che aveva costruito e iniziato un pericoloso percorso di autodistruzione. Su Car With The Star ci racconta dei bad motherfuckers che ha incontrato sulla sua strada, il suo non è certo un linguaggio colto, né pulito. I riferimenti sessuali sono evidenti su brani come I Wanna Be Your Favourite Pair Of Pajamas, Pray For Your Daughter, Sling That Thing e sulla fantastica Let Me Put It In, un blues cadenzato ma caldo, che parla spudoratamente direttamente sinceramente solo e soltanto della finalità ultima dell’atto sessuale, una invocazione ripetuta all’infinito, una ossessione o meglio una preghiera indecente, che viene recitata, urlata, più che cantata da un Andre Williams capace ancora di stupire. I Goldstars picchiano duro e lui ci mette la sua voce roca, profonda, impastata di alcool, con quelle tonalità da vecchio crooner che lo hanno reso celebre. Al momento dell’esecuzione di I Can Tell, una ballata blues densa di atmosfera, il Circolo degli Artisti sembra essere diventato un club malfamato di Chicago: luci basse sul palco, melodia ondeggiante, chitarre che disegnano note struggenti e la vocalità intensa e rabbiosa del Padrino Nero che si erge su tutto e ci racconta le sue verità. Non chiedevamo di più, non poteva essere meglio! Mr Williams ci presenta anche Hot Coffee una anticipazione del nuovo album che è in uscita nei primi mesi del 2012, ma che è già disponibile in sala. Riconosciamo poi gli accordi di Mustang Sally, un classico, una cover che non poteva mancare nel suo repertorio, e via ancora sulla strada della perdizione, con tanto sesso e tanto rock and roll! Pussy Stank (per la traduzione punto tutto sulla vostra immaginazione) è assolutamente trascinante così come i brani che esegue nel finale, titoli come Bacon Fat e Jail Bait che ci riportano diritti alla dine degli anni Cinquanta, alla storia del Blues e in particolare del Rock and Roll, che del blues è stato il “nipotino prediletto”, come cantava Muddy Waters.
Una esibizione memorabile e anche molto divertente, che ci spiega perché grandi interpreti del Rock e del Punk, da Iggy Pop degli Stooges a Lux Interior dei Cramps lo hanno sempre considerato un grande, un punto di partenza insostituibile, uno che spiega da solo, per il semplice fatto di esistere, la necessità del Blues!
SETLIST:
Agile Mobile & Hostile Car With The Star Hot Coffee I Wanna be Your Favourite Pair Of Pajamas I Can Tell Bacon Fat Pray For Your Daughter Let Me Put It In Sling That Thing Jet Black Daddy, Lily White Mama Pussy Stank She Is A Bag Of Potato Chips Mustang Sally Hallelujah
Encore:
Jail Bait
Articolo del
21/11/2011 -
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