Brunori Sas Brunori Sas + Maria Antonietta live @ Auditorium Parco della Musica, Sala Petrassi - Roma, 23 novembre 2011 Roma  23/11/2011 di Alessandro Basile

Con due ottimi dischi all’attivo e centinaia di concerti sparsi per vari live club d’Italia alle spalle, Dario Brunori l’ennesima, grande soddisfazione se l’è tolta: quella di solcare il prestigioso palco dell’Auditorium Parco della Musica di Roma. Un traguardo importante e meritato, non c’è dubbio. Ma più che di “traguardo” sarebbe opportuno parlare di punto di partenza. Del resto è arrivato il momento che le apparizioni delle band e dei cantautori emergenti (soprattutto quelli provenienti dall’indie nostrano) comincino a farsi sempre più frequenti in una cornice del genere.

A proposito dello show tenuto dal songwriter calabrese lo scorso 23 novembre, un primo dato sul quale vale la pena soffermarsi è senza dubbio la presenza non indifferente del pubblico. Davvero tanti i ragazzi accorsi presso la splendida struttura capitolina. Tutti pronti a sostenere un artista formidabile e in rampa di lancio. La sala quasi del tutto gremita, l’atmosfera calda, i volti sorridenti ed emozionati: questo ed altro si avverte nei minuti che precedono l’esibizione, anticipata dall’opening act in acustico di Maria Antonietta (promettente musicista da tenere d’occhio nell’immediato futuro). Le ottime premesse vengono tranquillamente confermate sin dai primi minuti, quelli che caratterizzano il delicato arpeggio di Come stai, brano scelto per rompere il ghiaccio. Il concerto entra poi nel vivo con Italian Dandy, cavallo di battaglia già da alcuni anni per via del suo stile retrò e delle sue deliziose linee melodiche.
L’ironia e la schiettezza dell’artista – ispirato e in grande spolvero – rendono ancora più frizzante una performance difficile da dimenticare sia per i presenti che per i protagonisti. Tutti si sentono a casa. Il feeling si affina in maniera labile con il passare dei minuti. Questo rende ancor più intensa l’interpretazione delle canzoni, suonate ed arrangiate in maniera sublime dagli ottimi musicisti on stage. Così il concerto si sviluppa in maniera fluida tra episodi romantici, come Il pugile piuttosto che Una domenica notte, ed altri più spediti ed incalzanti. Impossibile non citare pezzi accesi e colorati come Rosa, Guardia ‘82 e Paolo.

I saluti arrivano sulle note di Stella d’argento, cantata a squarciagola da un pubblico fresco e divertito, speranzoso di poter replicare il prima possibile. Magari nella stessa location. E chissà, magari in una sala più grande della Petrassi. Appuntamento alla Sinopoli? Non è impossibile. Del resto i presupposti ci sono tutti, questo è chiaro.