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Di alcune reunion avremmo sicuramente potuto anche fare a meno, ma quella dei Lamb è il risultato di una ritrovata voglia di suonare insieme, di partire lungo nuovi percorsi, e allora la salutiamo con il massimo del rispetto e dei complimenti. Infatti il duo musicale inglese composto da Andy Barlow, polistrumentista e produttore, e da Lou Rhodes, compositrice ed interprete, ha da poco pubblicato un nuovo album, intitolato semplicemente Five, perché è il quinto della loro storia musicale e perché 5 è il numero fortunato di Andy Barlow. Il disco è molto bello, davvero ben suonato e ben riuscito ed è stato registrato in soli cinque mesi di lavoro.
Andy Barlow e Lou Rhodes vivono adesso in due zone opposte dell’Inghilterra, lui al Nord, lei al Sud, nel Wiltshire. Avevano deciso di mettere fine all’esperienza Lamb nel 2004, si sono rivisti per dei concerti dal vivo nel 2009, ed eccoli di nuovo insieme in tour per presentare essenzialmente i brani del nuovo cd. Il trip-hop inglese dei primi anni Novanta resta come radice musicale della band, ma il genio e l’abilità tecnologica di Andy Barlow si sono nuovamente incontrati con la liricità tanto pura quanto intensa della voce di Lou Rhodes per andare oltre il suono delle origini arrivando a codificare un mix davvero mirabile di pop raffinato e di elettronica, di dub e drum and bass, di jazz e blues moderno. Lou ha messo da parte la dimensione acustica in cui l’avevamo vista relegata l’ultima volta, proprio qui al Teatro Studio dell’Auditorium nel maggio del 2010 e - incantevole come sempre - mette a disposizione della band il suo talento vocale, mentre Andy offre dal vivo tutta la sua energia, il suo entusiasmo vitale, in un diluvio di sonorità davvero molto innovative ed intriganti che fanno da contrappunto ideale alla performance di Lou. Si comincia con Another Language e Butterfly Effect, due composizioni nuove tratta da 5, intervallate da Little Things, un brano più datato, ma ancora molto convincente, che risale a Fear Of Fours, album del 1999. Lou Rhodes si rivolge quasi subito al pubblico che si è ritrovato all’interno della Sala Sinopoli: è contenta di essere tornata a Roma, meno di vedere tutti seduti tranquilli nelle poltrone. Allora dice con estremo candore: ”Ma siete venuti per vederci o per stare con noi?” Segue un invito ad abbandonare i posti assegnati per venire a ballare sotto palco seguendo il fluire delle note della loro musica. E’ un attimo: gli assistenti di sala non possono far niente, in pochi minuti la sala dell’Auditorium perde parte della sua algida compostezza e si trasforma in un club. Lou mette subito in mostra i gioielli più preziosi ed esegue una straordinaria versione di Gabriel, il singolo tratto da What Sound, un disco del 2001. Ma passato e presente convivono senza troppi rimpianti in questa serata di musica senza confini, che va dal dancefloor al blues senza mai debordare nel già sentito: brani nuovi come She Walks o la cadenzata, ottima Wise Enough risultano essere dei pezzi incredibili, ben supportati anche dalle immagini che scorrono sul grande schermo che fa da sfondo alla scena. Un fuoco vivido e impressionante sembra invadere la sala al momento dell’esecuzione di Build A Fire, il nuovo singolo, un brano dalla dinamica trascinante e - con il passare del tempo - il tambureggiare di Andy Barlow, esaltante e frenetico, scatena l’entusiasmo del pubblico in sala, e lui si esalta insieme alla gente, incitandola a partecipare ancora di più. L’esecuzione di Gorecki, lo splendido brano ispirato alla Sinfonia n°3 del ben noto Henryk Gòrecki, compositore polacco, riporta in primo piano la splendida voce di Lou Rhodes, che suggella una splendida serata di musica.
I Lamb tornano sul palco per una versione molto dinamica di What Sound e di altri due vecchi successi come B-Line e Trans Fatty Acid, per un totale di 75 minuti di grande musica, elaborata e complessa quanto si vuole, ma che sa essere folle e istintiva quanto basta a riscaldare gli animi e a far ballare in sincrono tutta la sala, fino alla prossima volta!
SELIST:
Another Language Little Things Butterfly Effect Gabriel Existential Itch Strong The Root Rounds She Walks Alien God Bless Wise Enough Build A Fire Gorecki
Encore:
What Sound B-Line Trans Fatty Acid
Articolo del
02/12/2011 -
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