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Per la prima volta in Italia, a ben 25 anni di distanza dalla loro stagione di maggiore successo, sbarcano a Roma i Vaselines, per un concerto che si annuncia come un evento eccezionale e assolutamente imperdibile nell’ambito della indie music. La band scozzese, originaria di un piccolo centro non lontano da Glasgow, è stata formata da Frances McKee e da Eugene Kelly nel 1986 ed è tornata insieme nel 2006, esattamente a venti anni di distanza. Si presenta adesso dal vivo con una nuova line up che comprende - oltre a i due musicisti originari - anche elementi dei Belle And Sebastian come il chitarrista Stevie Jackson e Bobby Kildea.
I Vaselines hanno pubblicato di recente Sex With An X, un nuovo album, che presentano qui questa sera, e brani come Ruined e Devil’s Inside Me fanno subito presa sul folto pubblico che riempie la sala concerti dell’Angelo Mai in ogni ordine di posto. Ma sono i vecchi successi, come Monsterpussy, ad esempio, ad alzare subito il tono della serata. In particolare i primi singoli dei Vaselines, una ‘garage rock band’ che proponeva una musica incontaminata, fresca e ribelle, raccolgono una risposta entusiasta. C’è infatti molta voglia di ballare sotto palco durante l’esecuzione di Son Of A Gun e di Molly’s Lips, mentre è accolta da tutti con grande commozione Jesus Doesn’t Want Me For A Sunbeam, una ‘slow ballad’ piacevolmente morbida e sognante, un pezzo decisamente ‘sixties’, infarcito di psichedelia. Il brano è particolarmente noto a molti per essere stato eseguito dal vivo da Kurt Cobain sull’ormai storico MTV Unplugged in New York dei Nirvana. Se andate poi a riascoltare Incesticide, sempre dei Nirvana, troverete le “cover version” anche di Molly’s Lips e di Son Of A Gun, brani che dimostrano come e quanto i Vaselines siano stati influenti sul finire degli anni Ottanta per i gruppi della scena di Seattle e in genere per tante giovani band che iniziavano a suonare allora. Purtroppo i Vaselines si sciolsero nel 1989, tre anni dopo il loro iniziale successo, questo però ha contribuito non poco a determinare uno ‘status’ di leggenda per questa band, che ritroviamo adesso in perfetta forma, ricca di ballate acustiche che sono all’origine di tutto il movimento “lo fi” e capace di sani momenti elettrici, molto divertenti ed energetici.
Sorprende il candore e la naturalezza con cui Frances provoca Eugene in materia sessuale: Eugene sta al gioco e le risponde per le rime e i dialoghi serrati fra i due musicisti, che denotano un’intesa perfetta, sono fra le cose belle della serata. Il carattere particolare della musica dei Vaselines consiste nel loro saper mescolare - con arte e tanto gusto - radici folk tradizionali e afflato punk, nel saper dare una valenza elettrica a melodie comunque solide e convincenti. Il concerto non dura molto, ma i pezzi che aspettavamo ci sono tutti, compresa The Day I Was A Horse, una canzone che è sempre state fra le mie preferite di sempre. Eugene e Frances tornano in scena per gli ultimi saluti e per eseguire dal vivo altri due pezzi davvero molto belli, come You Think You’re A Man, impreziosita da coretti deliziosi, e Dum Dum, un brano tirato, un perfetto “post punk anthem”.
Non averli mai ascoltati in concerto era una lacuna grave, che finalmente è stata degnamente colmata. Frances si è recata fra il pubblico alla fine del concerto per firmare mini album dal vivo registrati ad Amsterdam che venivano venduti per la modica cifra di 5 euro.
Articolo del
04/02/2012 -
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