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L’evidenza sta nei fatti: da che è iniziato il famigerato Terzo Millennio, la città di New York è (ri)diventata il fulcro della scena pop internazionale, il luogo da cui provengono le proposte più eccitanti, i suoni che costituiscono l’irrinunciabile colonna sonora della gioventù occidentale - e non solo. Basti pensare, facendo un rapido excursus della memoria, a: Blonde Redhead, The Strokes, Interpol, The Rapture, The National, LCD Soundsystem, Tv On The Radio, Grizzly Bear, MGMT, The Drums, Vampire Weekend, solo per citarne alcuni, fino a giungere all’oggi, e a quel Porcelain Raft di origine, per la verità, italica, che sta candidando fin d’ora il suo Strange Weekend tra i migliori debutti del 2012. E poi, certo, tra gli astri nascenti della Grande Mela c’è anche lei, la trentenne sudista (d’origine) Annie Clark alias St. Vincent, con già all’attivo tre album tutti ottimamente accolti e che ha di recente deliziato il pubblico transoceanico del David Letterman Show con le canzoni tratte dal recente ultimo arrivato Strange Mercy.
E’ proprio con la Clark che, finita la stagione dell’obbligo di catene, la nightlife capitolina è finalmente tornata ad animarsi. Bella la location in perfetto stile newyorkese – una fabbrica riadattata – anche se più consona a twittare annoiati al bancone del bar che a gustarsi un concerto rock, causa gli spazi angusti e le troppe colonne che rendono difficoltosa la visuale. Mettiamoci pure che, trattandosi del primo appuntamento “imperdibile” (termine stra-abusato ma forse per una volta adeguato al nome in cartellone) della stagione, il Lanificio è completamente sold-out, e capirete che si è sfiorata la bolgia. Lei, Annie, si presenta sul palco con un certo ritardo, intorno alle 11 e un quarto, accompagnata da un batterista e due tastieristi (inclusa una suonatrice di Moog di origini asiatiche) e attacca subito con le “nuove” Surgeon e Cheerleader. Balza subito all’occhio quanto Annie sia perfettina: anche troppo. E’ graziosa e fotogenica, al punto di farsi ritrarre in primo piano sulle copertine di due terzi dei suoi album con i suoi occhioni da cerbiatta in bell'evidenza. Abbigliata in un vestitino un po’ demode’, risulta grintosa (quando maltratta con foga le corde della sua chitarra) ma allo stesso tempo delicata e femminile. Conosce le mosse (e le mossette) giuste, e sa come ottenere l’approvazione del pubblico. E’ una gran furbona, Annie Clark, lo si capisce al volo. Nel corso di un’ora e passa di concerto, St. Vincent e la sua band suonano quasi tutto il terzo album – il loro migliore – indie-pop di gran gusto con sprazzi di art-rock (in specie, il bel singolo Cruel) che non disdegna il post-punk, con la piacevole sorpresa della cover di She’s Beyond Good And Evil del Pop Group che - racconta Annie con un certo orgoglio - è stata assai apprezzata dallo stesso Mark Stewart, che della storica band di Bristol fu il cantante. Si arriva così al bis, in cui Annie dapprima in solitario esegue The Party (da Actor del 2009) e quindi, richiamata la band, chiude in bellezza con un’infuocata versione di Your Lips Are Red, una delle prime canzoni composte con il moniker St. Vincent, tratta dal primo album Marry Me del 2007.
Piacevole, professionale, con le influenze oltreché le connection “giuste” (si pensi che sui suoi dischi il piano lo suona nientemeno Mike Garson, per anni uomo di fiducia di David Bowie). Ma anche troppo pulitina e priva di qualsivoglia sbavatura, tanto che talora la Clark dà l’impressione di aver costruito il personaggio “St. Vincent” a tavolino, fatto su misura per la fruizione di un ben definito segmento di pubblico: colto, sofisticato e, manco a dirlo, universitario. Ma in fondo, qualunque siano le premesse, ciò che conta è che sta avendo - e in futuro pare ovvio che avrà - sempre più successo. Insomma, la ragione è dalla sua parte, non certo del cinico e disincantato recensore italiano che di concerti di questo tipo ne ha visti tanti, forse anche troppi.
SETLIST:
Surgeon Cheerleader Save Me From What I Want Actor Out Of Work Chloe In The Afternoon Dilettante Black Rainbow Marrow Champagne Year Neutered Fruit Strange Mercy She Is Beyond Good And Evil Northern Light Year Of The Tiger Cruel
Encore: The Party Your Lips Are Red
Articolo del
28/02/2012 -
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