I Cani I Cani + Gazebo Penguins live @ Piper Club – Roma, 29 febbraio 2012 Roma  29/02/2012 di Fabrizio Biffi

L’ennesima recensione su I Cani. Anche loro, all’apice di un non scontato successo, saranno satolli di commenti e di sold out registrati in giro per l’Italia con un tour che si chiude con questa data del Piper posticipata a inizio anno per quella folle nevicata che è riuscita a fermare anche la new thing romana.

I Cani salgono sul palco del Piper sulle note della sigla del Costanzo Show, giocano in casa a tutti gli effetti, non servono scintille per scatenare le onde del pubblico romano, già scaldato e cotto a puntino dai Gazebo Penguins, il trio emiliano che si è gemellato coi Cani nella data dell’Estragon di Bologna.
Difficile prendere posizione al Piper, in mezzo ad una bolgia eterogenea; così come è difficile trovare una definizione a quello che i cinque irriverenti finti pischelli romani mettono in scena, con una posa che mi ha ricordato i primi tour degli Ultravox di Midge Ure.

“I Cani sono sopravvalutati” è una delle scritte che scorrono dietro la band romana durante il concerto, altro sintomo di quella consapevole ironia che rende unici i testi delle canzoni del loro album d’esordio. Testi che fotografano un'istantanea implacabile sul delirio che scorre nella galassia universitaria adolescenziale soprattutto romana. Nelle canzoni de I Cani trovi tutte le parole chiave dell’ultimo periodo: facebook, youtube, le ragazze coi leggings, gli hipsters, i fuorisede, i falsi nerds con gli occhiali da nerd.
La risposta dal pubblico è fedele ma non isterica. Il repertorio è solo apparentemente limitato ai pezzi del loro unico disco. Nella scaletta spunta fuori un inedito che uscirà come singolo ad aprile in formazione congiunta con i Gazebo Pinguins e, soprattutto, l’ospitata che non t’aspetti con l’apparizione sul palco del Piper di Max Pezzali per una versione di Con un deca in versione techno-punk, a testimonianza di come il gruppo romano si prepari già da adesso a rompere gli schemi per uscire dallo stretto recinto di un certo pericoloso underground.

Resta da capire il segreto di questa miscela misteriosa e un po’ magnetica che trascina I Cani verso un’ascesa ancora indefinita. Come per ogni fenomeno musicale che ha l’ambizione di rimanere sulla cresta dell'onda, il punto critico sta proprio nel doversi ripetere dopo un album d’esordio ed un livello di attenzione che potrebbe rischiare di far saltare il piatto.
La sensazione è che I Cani sappiano già dove andare a parare senza timore di prendere tranvate e senza farsi trascinare in qualche banale cliché discografico. La storia della musica ci insegna che molti gruppi hanno raggiunto prima il successo e poi hanno incominciato a suonare musica seriamente.