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Morbidamente a metà strada fra world music, un sofisticato pop-rock elettrico e i suoni della tradizione, la cantante portoghese Teresa Salgueiro, ben nota per essere stata la voce solista dei Madredeus, sceglie l’Italia per cominciare il suo nuovo tour europeo, che coincide con la pubblicazione di O Mistèrio, il suo ultimo album. Il disco è stato composto e registrato insieme con i musicisti che sono con lei sul palcoscenico: Oscar Torres, al contrabbasso, Andrè Felipe Santos, alla chitarra, Carisa Marcelino, alla fisarmonica, e Rui Lobato, alle percussioni.
L’avevamo incontrata nel 1987, ai tempi dei Madredeus: Teresa lasciava che fosse il canto l’unico padrone della sua voce, la ritroviamo venticinque anni dopo sicuramente più disinvolta, pronta a comunicare con il pubblico (in un discreto italiano), a raccontare del suo nuovo progetto e dei contenuti della sua musica. Per la prima volta infatti la Salgueiro è autrice di tutti i testi delle canzoni, scritti in una dimensione di totale isolamento nel convento di Arrabida, a Sud di Lisbona, dove Teresa e il suo gruppo si erano ritirati per riflettere, per pensare e trasformare poi in musica la condivisione di tante emozioni. Musicisti nuovi, tutti molto bravi, ma di estrazione molto diversa fra loro, ognuno però pronto a mettere a servizio degli altri il suo singolare talento.
La serata, fin dall’inizio, si apre nel segno di una world music piena di contaminazioni e di suggestioni prese in prestito dalla musica contemporanea. Su questo tessuto armonico si innesta la bellissima voce di Teresa, ancora capace di incantare e di strappare applausi ad un pubblico che ha riempito la Sala Sinopoli proprio per tributarle un dovuto omaggio. Mentre il suono della fisarmonica e la voce della Salgueiro riflettono atmosfere lontane, tipiche della musica tradizionale portoghese e del fado, il ritmo delle percussioni, il contrabbasso e la chitarra elettrica vanno incontro alla modernità creando un mix che in certe occasioni funziona, come su Lisboa, il brano trainante del nuovo album, in altre invece denota alcuni limiti.
Sarà perché non riusciamo a distogliere il pensiero dalle chitarre acustiche, dai violini, e dai suoni prettamente acustici dei primi Madredeus (che nel frattempo si sono riformati con una nuova cantante), ma il nostro orecchio non riesce ad accettare totalmente alcuni interventi musicali fin troppo invadenti, che finiscono in una convivenza forzata con l’anima vera della tradizione portoghese. Certo, queste tematiche poi ritrovano spazio nei testi dei brani di O Mistèrio, in cui si canta della fragilità della vita, e insieme della sua infinita bellezza. Su Cantico c’è il dolore determinato da una perdita, da una assenza, su A Fortaleza ritorna il tema del viaggio e dell’attesa di quanti rimangono. Lisboa, luogo di mare e di cielo, con la sua luce, il suo chiarore, con il suo porto, occasione di incontro fra popoli e gente diversa, è nel cuore della Salgueiro, che ha sempre vissuto in questa città. Il nuovo brano, sostenuto da una buona base ritmica e dotato di arrangiamenti raffinati, è davvero molto bello, tanto è che Teresa lo esegue ancora una volta proprio alla fine del concerto, subito dopo la splendida Elegia II, ispirata alle poesie scritte nel 1600 da frate Agostino della Croce, del convento di Serra a Cintra. Si tratta di un brano quasi a cappella, una preghiera cantata che ci riconcilia con la sua incantevole voce.
SETLIST:
A Batalha O Mistèrio Cantico Ausencia A Fortaleza Nuvens Ando Entre Portas A Màscara A Fogueira Lisboa Senhora Do Tempo A Paixao A Espera
Encore:
A Partida Elegia II Lisboa
Articolo del
30/03/2012 -
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