Gazpacho Gazpacho live @ Relentless Garage – Londra, 28 marzo 2012 Londra  28/03/2012 Kscope di Chiara Felice

Non sono molte le date del “March Of Ghosts Tour” dei Gazpacho, giusto una manciata di concerti in Germania, Paese Bassi, Belgio e Regno Unito. Bisogna quindi approfittare dell'occasione londinese, per poter finalmente apprezzare dal vivo uno dei gruppi più interessanti della cosiddetta “nuova scena progressive” e constatare di persona se il filo di unione tra lavoro in studio e riproposizione live sia saldo o meno. Dopo aver apprezzato buona parte della discografia della band norvegese – ed in particolar modo gli ultimi due lavori in studio targati Kscope – le aspettative per la serata al Relentless Garage di Highbury sono molto alte. Il locale non è molto grande e la sensazione è quella di essere circondata da veri e propri fan della prima ora, fortemente sicuri che la band non deluderà le loro attese.
Il concerto si apre con lo strumentale ”Monument”, che è poi il brano di apertura del loro ultimo lavoro in studio: il pezzo è una sorta di “chiamata a raccolta” che ci catapulta all'istante in quelle atmosfere musicali che ormai sono diventate familiari per le nostre orecchie e le nostre menti. La provenienza norvegese della band non è da sottovalutare dal punto di vista della caratterizzazione del sound: i paesaggi nordici sembrano ispirare questa ricerca di suoni dilatati, di successioni armoniche e melodiche che si plasmano per poi liberarsi nell'aere; suoni all'apparenza freddi e distaccati ma che finiranno con l'avvolgere e coinvolgere completamente l'ascoltatore. La sensazione principale, che pervade la mente di chi scrive durante tutta la durata del concerto, è proprio questa: il forte potere evocativo che molti pezzi dei Gazpacho riescono ad avere, anche – e soprattutto – nelle loro riproposizioni dal vivo.
L'inizio con “Monument” e la meravigliosa cavalcata di “Hell Freezes Over” - eseguita per intero raggruppando le quattro parti che sul disco non sono in successione - segna la prima chiusura di parentesi per quanto riguarda “March Of Ghosts”. L'inatteso per chi scrive arriva proprio alla fine di questa esecuzione, dopo la quale ci si sarebbe aspettati di ascoltare ancora brani dall'ultimo lavoro in studio, mentre invece il nostro orecchio verrà catapultato alle ambientazioni di uno dei lavori migliori della band, “Tick Tock” (2009).
La discografia dei Gazpacho è basata quasi esclusivamente su concept album, per questo motivo ad un loro concerto ci si aspetta di ascoltare la riproposizione – possibilmente in successione – dell'intero album, per poi concludere con una seconda parte di “classici”. Al Relentless Garage - in più di due ore di concerto - si è assistito ad una completa inversione delle aspettative, con la band che avrebbe alternato brani estrapolati dal precedente “Missa Atropos”, il già citato “Tick Tock”, “Night” e “Bravo”, seguendo una successione esecutiva in linea più dal punto di vista musicale che non da quello del concept.
Nonostante la meravigliosa scelta dei brani, due grandi assenze si faranno sentire a fine concerto, ”Snail” (da “Missa Atropos”) e la “celtica” “Mary Celeste”, una delle punte di diamante dell'album “March Of Ghosts”.
Da segnalare – in quanto imprescindibile - l'apporto del violinista Mikael Kromer che incornicia alla perfezione brani come “Black Lily” e “What Did I Do” e addolcisce e sublima la chiusura di quello che sarà il bis conclusivo della serata – vero e proprio “must” dei concerti della band - “Bravo”.
Un concerto che non ha deluso e che, al contrario, ha mostrato una band ben salda ed affiatata, sicura di sé ma al tempo stesso estremamente umile.