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“L’Amore E’ Una Cosa Semplice”, l’ultimo disco di Tiziano Ferro è andato a gonfie vele: ne ha parlato bene la critica e ha venduto tantissime copie. Con il tour arrivano ancora grandi soddisfazioni per l’artista laziale e si chiude un cerchio di grande entusiasmo, passione e riconoscimenti. La città di Verona l’aveva conosciuto una decina di anni fa, all’inizio della carriera, con uno spettacolo all’interno del palazzetto dello sport. Oggi per lui si spalancano i cancelli dell’Arena con tre soiree di tutto esaurito in un escalation di date che continuano a moltiplicarsi in tutta Italia. Cosa alla quale, nella sua semplicità, Ferro stesso fa fatica a credere. Tant’è che sul palco ringrazia sincero e accorato il pubblico che con lui si emoziona guardando sui maxi schermi la storia di un decennio di percorso di fatiche e sofferenze della quali però è ricompensato dall’affetto e fedeltà del suo pubblico crescente. «Dieci anni fa sognavo solo un applauso... e oggi, eccomi qui... Grazie a voi per più di dieci anni di vita insieme». E canta Ti Scatterò Una Foto mentre sui maxi schermi vanno le immagini dei fan. Il tour che è sta portando in tutta la penisola è un progetto iniziato fin dall’estate del 2011, al quale ha iniziato a lavorare assiduamente quando ancora l’uscita dell’album non era stata annunciata. La produzione che porta sul palco è curata nei minimi particolari: misurata e minimalista, è degna dei grandi big internazionali. L’idea, però, nasce da un impianto molto sobrio, in linea anche con il momento storico che il Paese e l’occidente sta vivendo. Il palco è imponente ma senza eccessi nella sua eleganza e si dimostra la cornice perfetta per una scaletta estremamente ricca. La direzione artistica di questa la cura di persona ed in maniera quasi maniacale. La musica per Ferro deve essere sempre al centro e la cornice scenica deve esaltarla senza distrarre l’ascolto. Esattamente in linea con il suo modo d’essere. Se fosse stato diverso, con lo show targato Live Nation proposto a Verona da Eventi, avrebbe potuto fare e strafare. Invece richiama subito ad una dimensione intima l’apertura del concerto: viene calato sul palco in una gabbia illuminata dall’interno, mentre dagli enormi amplificatori esce il suono del battito cardiaco e una luce pulsante che tiene il tempo illumina il palco sottostante. Tocca terra e inizia la magia confidando ai fan ‘Ho un segreto…’ che crea subito un’atmosfera speciale. Rimane lì dentro fino alla fine di L’Amore E’ Una Cosa Semplice, come per preservare il segreto, per vincere la timidezza e rendere il più intenso possibile quello che ha da dire con le sue canzoni. Poi sulla scia di questo clima confida al pubblico le sue Sere Nere. Durante lo show gli fanno eco i filmati degli imponenti video wall che lo abbracciano e le esplosive luci laser che lo legano al suo pubblico con infiniti fili colorati che rimandano metaforicamente ad un intreccio profondo che in questi dieci anni di carriera ha saputo creare. La passerella sembra un artificio scenico superfluo che sfrutta poco, se non nelle performance dance con hip e brake con le quali stupisce. Questa veste inaspettata, lasciato lo smoking nero di Stop! Dimentica, E Raffaella E’ Mia, Il Regalo Più Grande e Xverso, rende ancor più piacevole la visione di uno show pensato per intrattenere e divertire, oltre che trasmettere un vissuto. Col lavoro che porta sul rinomato palcoscenico areniano trasmette una grande energia, ma nella sua delicatezza e timidezza non risulta mai eccessiva. Tutt’altro: il suo cantare è più un dialogo intimo attraverso le note che interpreta nei testi; i brani sono tante piccole polaroid di un percorso artistico e personale che volano nello show come fogli al vento di un vecchio diario nel quale possiamo scoprire una personalità complessa e profondamente ricca. Da Ho Passato Tanti Anni In Una Gabbia, E Fuori E’ Buio, Alla Mia Età a Il Regalo Più Grande si può cogliere chiaramente che lo stare sul palco per Ferro è un modo di esprimere il suo universo interiore con la delicatezza dei testi e l’intimità delle strofe che molto probabilmente farebbe fatica ad esprimere a parole. La musica diventa uno strumento di dialogo e partecipazione di grande valore. Il pubblico si unisce a lui in una miriade di cori, ma anche questi caratterizzati dalla delicatezza che infonde la sua persona. Una situazione quasi surreale se si pensa alla folla che riempie uno spazio così vasto come l’Arena. La voce è precisa e pulita, arriva calda e potente senza mancare il bersaglio arricchita di nuove sfumature e conferisce ad ogni testo una particolare personalità. Canta per quasi due ore ininterrottamente una trentina di brani e anche alla terza sera è palesemente e sinceramente emozionato. Talvolta incede con lo sguardo ad ammirare i fan ipnotizzati. Parla poco, lascia fare alle canzoni, ma ben volentieri dedica spazio per promuovere e sostenere la donazione del sangue per l’associazione di volontariato Avis presente con striscioni e depliant. Dopo tante emozioni congeda il pubblico con un arrivederci che lo vedrà nuovamente protagonista all'Arena all'evento musicale dei Wind Music Award il prossimo 26 maggio.
Articolo del
19/05/2012 -
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