|
Intensa serata all’insegna di gothic rock e dark wave organizzata da quelli di Plastic Passion, un’organizzazione che prende il nome da una nota canzone dei Cure di Robert Smith. Si comincia con un nutrito opening act” che vede dapprima l’esibizione di A Silent Noise, un gruppo nato nel 2007 che mette in musica le visioni letterarie e cinematiche di Libero Volpe, da sempre ispirato dalla letteratura gotica e dalla new wave. Si tratta di un set strumentale dove il sintetizzatore detta le linee guida di temi musicali che poi vengono supportati dai successivi interventi di un basso e di una chitarra elettrica; seguono poi gli Avant-Garde, una band attiva dal 1984 e che nel corso del tempo ha proposto una rivisitazione della dark wave degli anni Ottanta ad opera di Alessio Schiavi, principale compositore del gruppo. I brani presentati dal vivo questa sera sono essenzialmente tratti da D’Inverno e da Iron In Flesh i due cd fin qui pubblicati dalla band, che alterna esecuzioni in italiano e in inglese.
Verso le 23,30 salgono finalmente sul palco gli And Also The Trees, che tornano a suonare in Italia e presentano dal vivo Hunter Not The Hunted, il nuovo cd del gruppo, il dodicesimo della loro carriera. La band inglese - originaria di un piccolo villaggio rurale del Worcestershire - nasce nel 1979 grazie alle passioni sia letterarie che musicali di Simon Huw Jones, voce solista e songwriter del gruppo, e di suo fratello Justin Jones, alla chitarra. Attualmente sono loro gli unici due musicisti rimasti rispetto alla line-up originale. La lunga avventura artistica degli And Also The Trees inizia quando vengono scelti come gruppo di supporto ai The Cure di Robert Smith, che rimane incantato dalle composizioni di Simon Jones. In seguito sarà proprio Lol Tolhurst, il batterista dei Cure, a produrre il loro debut album che uscirà nel 1984. Le influenze della new wave di quel periodo sono ancora evidenti nella performance di questa sera di And Also The Trees, sebbene ci sia stata recentemente una svolta acustica, che ha portato ad una maggiore cura nei passaggi armonici dei singoli brani. Le atmosfere musicali disegnate dalla band sono oscure e sognanti, non mancano i richiami a certo folk-rock tipico della tradizione, una commistione che risulta un po’ strana per un gruppo dark wave. Talvolta l’aspetto gotico si mescola con il romanticismo, sia nei suoni che negli atteggiamenti del frontman della band, Simon Huw Jones, vestito come un baronetto inglese dell’Ottocento, capelli arruffati e barba incolta, avvolto in un soprabito scuro dal quale emerge una camicia bianca di pizzo. In certe occasioni appare corrucciato come l’Heathcliff di Cime tempestose, chiude gli occhi quando canta e racconta di isolamento, disperazione e fallimenti amorosi. Non di rado si inginocchia verso il pubblico, quasi nel tentativo di far rivivere un personaggio d’altri tempi, più eroe romantico inglese che epigono dark luciferino. Il connubio fra dark sound e sonorità acustiche si nota di più su Angel Devil Man Beast, Burn Down The House, The Woman On The Estuary e Only, che sono in pratica i nuovi brani. Arpeggi iniziali sognanti ti avvolgono e catturano l’ascolto, ti lasciano intravedere una strada che però non si compie mai per intero. Manca qualcosa, come se i quadri naturalistici e le storie disegnate da And Also The Trees si fermassero alle rifiniture senza arrivare fino in fondo al sentiero delle emozioni. Si sale di tono al momento della esecuzione di Dialogue, il concerto comincia a decollare più in alto e la voce cavernosa di Simon trova il modo di farsi ascoltare. Si prosegue con brani più datati come Virus Meadow, Vincent Crane e l’ormai storica A Room Lives In Lucy dove vengono recuperate quelle sonorità più oscure e corrosive che nel resto della serata erano state messe da parte.
Adesso il richiamo ai Sisters Of Mercy e ai Mission diventa più evidente e proprio nel finale il concerto sale di tono. Il suono diventa più intrigante e convincente, anche se la band rimane comunque in bilico fra rock progressivo e approccio dark, retaggi folk e suggestioni più elettriche, forme melodiche e una drammaticità elevata, che reca con sé il rischio di qualche manierismo.
SETLIST:
Prince Rupert Shaletown Hunter Not The Hunted What’s Lost Finds Angel Devil Man Beast The Legend Of Mucklow The Woman On The Estuary Rive Droite Burn Down This House Belief In The Rose Dialogue Bloodline Only Virus Meadow Scarlet Arch Vincent Craine A Room Lives In Lucy
(La foto di Simon Huw Jones allì'Init Club di Roma è di Giancarlo De Chirico)
Articolo del
28/05/2012 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|