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Una serata per pochi intimi per il ritorno a Roma di David Pajo, noto per essere stato membro fondatore degli Slint, gruppo simbolo del post rock americano degli anni Novanta In seguito Pajo ha collaborato con altre band come i Royal Trux, i Tortoise e gli Zwan, ma è sempre rimasto fedele ad una forma di indie-rock che mescola folk e vena psichedelica all’interno di armonie limpide, riconoscibili, ma appena accennate.
Negli ultimi anni Pajo ha pubblicato un paio di album come solista per la Drag City Records e - in parallelo - ha portato avanti un progetto sperimentale a cui ha dato il nome di Papa M, un duo di folk underground che lo vede insieme a Matt Jencik, il bassista dei Don Caballero. Il concerto inizia tardi, intorno alle 23,40, le luci sono basse e l’atmosfera è molto soffusa non appena David Pajo si siede ed alterna le sue chitarre, una acustica e l’altra elettrica. Vicino a lui, in piedi, Matt Jencik accompagna le linee guida di ballate lente e dalla valenza ipnotica, di suoni ispirati ad un minimalismo estremo che però si coniuga con le radici folk dell’autore. Pajo è un musicista texano che però vive da anni nel Kentucky e vuole mettere insieme la tradizione musicale U.S.A. con sonorità più sperimentali arrivando a codificare una musicalità fortemente cinematica, colonna sonora ideale di immagini filmiche o di documentari. Si prosegue così, con un live act solo strumentale, per oltre mezz’ora, soltanto più tardi David Pajo comincia a cantare le sue lullabies delicate e sognanti, che si coniugano perfettamente con la dimensione onirica della sua musica. Brani come Who Am I, Pissing In The Wind e True Love sono davvero delle piccole perle lo-fi incastonate in un tessuto armonico quasi ambient. Infatti poco dopo Pajo e Jencik riprendono il loro discorso fatto di suoni spezzati e di note di chitarra appena accennate per un set che non vedrà ulteriori alterazioni fino alla fine, quando Mr Pajo scompare nel backstage con un sorriso gentile, ma senza offrire al pubblico ulteriori scampoli del suo repertorio.
Musicista schivo, del tutto al di fuori dai personalismi e dalla autoreferenzialità che gonfia molti protagonisti della scena musicale, David Pajo ha voluto mostrarsi per come è adesso, con quello che fa adesso, senza citazioni, senza un pizzico di nostalgia.
(La foto di David Pajo è di Giancarlo De Chirico)
Articolo del
12/06/2012 -
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