|
Scendiamo nel basement di Alvarado Street troppo tardi per ascoltare Sixth Minor, purtroppo; l'afflusso estivo al Pigneto, insensibile ai picchi di crisi economica, ha ritardato la nostra cena, per giunta neanche lontanamente sfiorata dal ponentino. E allora ci sono già YOUAREHERE sul palco di questa oscura e accogliente stanza underground (nel vero senso della parola), piena di un pubblico attento ed eterogeneo, tra il quale spicca la copertina di Unknown Pleasures indossata perfettamente su di una splendida maglietta.
I nostri tre eroi sono sul palco, dietro Mac, mixer, synth d'ordinanza: Claudio Del Proposto aka µ - micro, quindi Patrizio Piastra, aka edPorth e Andrea Di Carlo, il French Teen Idol con chitarra a tracolla, suonata come strumento ad arco.
Ouverture: ci accolgono le immagini indimenticabili di Nostalghia di Andrej Tarkovskij, con il monologo di Domenico “il matto”, sopra al Marco Aurelio del Campidoglio e il suo celebre: “Sono proprio i cosiddetti sani che hanno portato il mondo sull'orlo della catastrofe”. La sequenza si interrompe prima della fiammante apoteosi finale e il live di YAH inizia subito al meglio con il lento, potente crescendo di Asyndeton e quindi Montevideo, i due hit di YAH. Così il nostro sodale, esperto di epici live, nota, spingendo la memoria nel cuore degli anni '80, dai quali – come è noto – non si esce vivi: “qui è come con i New Order, che iniziavano sempre con Blue Monday”.
E allora eccoci pronti allo scorrere di battiti e di timidi accenni rumoristi di You Are Here, mentre 2810 Lev Tolstoj è l'accenno che introduce la parte decisiva della performance. Così Tape in versione standard e remix (di micro) diventa il viatico per il fomento, che ci porterebbe “sottocassa”, ma sentiamo benissimo da dietro e siamo gli unici a ballare, anche nel contro-tempo di A Dull City, quindi nei beat soffocati e poi nella cassa dritta di Relative Swetness. È onestamente la parte più coinvolgente e potente del set: un cuore cangiante di battiti e pulsazioni, che apre a sperimentazioni a venire, con la sapiente sagacia del trio di infarcire il live di inserti che su traccia sono solo accennati. Mentre dietro scorrono immagini suggestive, tra le quali rintracciamo fotogrammi di Roma di Federico Fellini. Quindi arriva un pezzo nuovo, che solo dopo scopriamo essere dedicato a Emelyn Story; a noi viene subito in mente il marmo di The Angel of Grief, accasciato sulla sua tomba e realizzato dal marito William Metmore Story, poi sepolto con lei (insieme al loro figlioletto), nella celebre tomba del cimitero acattolico di Testaccio. E il legame, non solo immaginifico con Joy Division (e la loro copertina di Closer, piuttosto che di Love Will Tear Us Apart), ma anche con Dead Can Dance e SPK è completo: tout se tient.
Ci sembrano questi i sentieri innervati di battiti e di accenni rumoristici, che YAH dovranno insistere nel battere, nella lunga carriera che li aspetta: senza snaturare le loro tendenze, perfettamente sospese tra gli accenni di potenti battiti distopici di µ – micro, la sognante voce effettata di edPorth e le introverse pennellate chitarristiche à la Sigur Ròs di French Teen Idol, l'unico dei tre a non assecondare i beats con il movimento della testa. E la conclusione di May The Wind Always Be At Your Back And The Sun Upon Your Face è lì a dimostrare le potenzialità da esprimere, in attesa di una cassa, che – forse giustamente – non entrerà mai. Per ora.
Dopo un'ora e mezza scarsa di immersione sonora riemergiamo con la certezza di aver assistito ad un ottimo live, che potrà solo essere migliorato, nelle serate a venire. Ci “accattiamo” anche il CD, con i due remix di port-royal e Sun Glitters (oltre quello già citato di micro): a tutti gli effetti due perle che completano un lavoro ancora tra i preferiti nei nostri ascolti. Big Up YAH!!
SETLIST:
Asyndeton Montevideo You Are Here 2810 Lev Tolstoj As When The Fall Leaves Trees Tape Tape CR02 RMX Emelyn Story A Dull City Relative Swetness May The Wind Always Be At Your Back And The Sun Upon Your Face
Articolo del
18/06/2012 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|