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Delle due serate organizzate dalla Tempesta Dischi, in collaborazione con SuperSanto's, perdiamo la prima ma non manchiamo alla seconda chiamata che prevede altisonanti nomi dell’indie rock italiano. In previsione di questa serata, che si prospetta davvero calda, ci muoviamo con largo anticipo per non perdere Giorgio Canali e Rossofuoco e il tanto chiacchierato Teatro degli Orrori. Fra i grandi assenti è doveroso segnalare la cancellazione degli Aucan. A innalzare la temperatura di Scipione (l’Africano) ci pensa la Nazionale italiana, impegnata nei quarti di finale contro l’Inghilterra.
Alle 21.00, dopo lo show dei Sick Tamburo, entra in scena Giorgio Canali con i suoi fedeli compagni di viaggio, proiettati in un energico show fatto di distorsione, cambi di tempo, riff muscolari e una serie di vaffanculo tutti per la Nazionale. Per chi invece si ostina a sventolare il tricolore il chitarrista consiglia, usando un eufemismo, di usarlo come strumento per la colonoscopia... Ma a infastidire seriamente i musicisti non è la commistione Calcio-Musica ma l’acustica del San Lorenzo Estate che impasta e distorce penosamente tutti gli strumenti creando un caos acustico dove i suoni diventano inintellegibili. Giorgio lo sa ed è tangibile la sua insofferenza, ma il pubblico sembra fregarsene perché canta tutti i suoi brani a squarciagola. Considerando il caldo, e la partita in sottofondo, lo show di Canali passa la prova alla grande, fottendosene di tutto e di tutti.
Nella mezz’ora necessaria per il cambio palco ci spostiamo per cenare finchè il rumore delle chitarre ci richiama sotto il palco, dove la situazione è surreale. La gente è combattuta fra la necessità di sentirsi italiani d.o.c. tifando per gli Azzurri e la voglia di assistere alla performance del T.D.O. La band però soccombe all’imprevista (mica tanto) dilatazione dei tempi dell’Italia che, non trovando il goal decisivo, finisce ai supplementari e poi ai rigori. Capovilla si ritrova a parlare dell’inquinamento del Delta del Niger proprio mentre gli italiani sono impegnati nel tête-à-tête con il portiere dell’Inghilterra. Mentre Pierpaolo tenta di ammaestrare il pubblico, con prosopopea alquanto tronfia, l’Italia segna e il boato si propaga per tutto l’ambiente costringendo il leader, dall’espressione disgustata, a fermarsi per dieci infiniti secondi. Immancabile parte l’invettiva, triste, contro gli “undici miliardari” che calciano una palla. La caduta di stile e il tono polemico fanno sembrare Capovilla una macchietta, la sua teatralità risulta inefficace e auto celebrativa. Ciò nonostante la band tiene duro portando a casa un buon live, intenso ma chiaramente indebolito anch’esso dall’acustica penosa. Il terreno di gioco, è proprio il caso di dirlo, di sicuro non permette loro di catalizzare stabilmente l’attenzione dei presenti. Dopo il fischio che decreta la fine della partita, la gente si riversa di fronte al palco per gli ultimi brani su cui non si spegne però la polemica di Pierpaolo.
“Se (tu) fossi (stato) silenzioso, come il tuono, (forse sarebbe stato meglio)”.
Articolo del
27/06/2012 -
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