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Il Castello Scaligero di Villafranca è una costruzione medioevale costruita come cinta di protezione, al cui interno oggi trova spazio un grande prato verde. La sua funzione di un tempo, con le sue dieci torrette, lascia il passo, oggi, ad una location del tutto magica che fa da cornice perfetta per eventi musicali. Per il concerto dei Negrita, organizzato da Eventi nella rassegna Villafranca Festival, si accende di nuovi fasti e con le tremila persone che hanno partecipato al concerto va letteralmente Fuori controllo, come recita la canzone del nuovo album, e tour, Dannato vivere.
Bellissimo vedere un pubblico eterogeneo per età e stile. Dai giovanissimi ragazzi punk, al fedele pubblico di quarantenni che segue la band dagli esordi degli anni '90, alle famiglie con bambini sotto ai 10 anni, alcuni ancora nei passeggini o in braccio ai genitori e disabili che grazie al tappeto erboso hanno potuto stare sotto al palco. E tutti che ballano, cantano e saltano come in una grande festa contraddistinto da un'atmosfera di grande relax. Questa è la travolgente magia dei Negrita che col loro rock genuino sanno coinvolgere e regalare alla gente forti emozioni positive anche attraverso pezzi di grande spessore, in un delicato equilibrio tra testi ricercati e talvolta disillusi che parlano di gioia e dolore, tipiche esperienze che regala la vita, ed un sound accattivante ed energico che ha il ruolo di mitigare ed arrivare comunque a coinvolgere profondamente il pubblico.
Nonostante la stanchezza per i numerosi ultimi impegni (una tournée in Sudamerica, l'incisione del disco a New Orleans, la colonna sonora per il cinema targato Aldo, Giovanni e Giacomo e date a Berlino e in Cina), nel concerto di Villafranca la band aretina è generosa, come sempre. Forte l'impronta rock sostenuta da chitarre ma, nel loro stile di sperimentazione e curiosità giocherellona, non manca la parte elettronica sia nella registrazione che dal vivo grazie anche all'apporto di John Type che conferisce un mood pop e dance che il pubblico apprezza scatenandosi nelle danze. Accendono l'anima con la loro energia nei vari pezzi e Pau rende l'occasione familiare con gli scambi di battute col pubblico indugiando tra le canzoni. Fa una serenata all'Italia, ma 'non deve essere per forza sempre mielosa e romantica', dice, 'può essere combattiva, ma senza armi. Forse è il momento giusto per una bella rivoluzione pacifica' dice ai fan introducendo una Salvation potente e ipnotica. Il giorno delle verità arriva poco dopo. Un testo che sembra dedicato ad ognuno dei presenti, come un'accorata preghiera a non cedere alla rassegnazione e continuare ad alimentare la parte migliore: 'non credere alle favole, ma neanche alla realtà, a tutti quegli scrupoli che non ti fanno vivere, non perderti mai niente che tenga in vita questo fuoco. Illuditi, convinciti che no: tu non ti brucerai. Lo so che vuoi correre, ridere', Incita il pubblico alla danza e al canto e i presenti non si fanno pregare, soprattutto quando urla 'Qua siamo abituati al casino: pubblico avvisato, pubblico salvato!' E via di nuovo a saltare in una danza liberatoria con Notte mediterranea contraddistinta da un sound latin-rock che galvanizza piccoli e grandi mentre scorrono nel video-scenografia un turbinio di immagini.
Il lungo bis arriva dopo poco più di due ore di concerto, in un Castello acceso dalla loro musica. Pau e compagni salutano il pubblico che canta all'unisono a squarciagola Ho imparato a sognare. Una festa per le orecchie, gli occhi ed il cuore da una grande rock band Made in Italy.
Articolo del
10/07/2012 -
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