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Le buone vibrazioni si avvertono nel raggio di kilometri, l’epicentro è l’Ippodromo delle Capannelle che questa sera si appresta a mostrare il fiore all’occhiello della kermesse estiva Postepay Rock in Roma. Il pezzo da novanta della rassegna risponde al nome di The Beach Boys, in tour per il loro cinquantesimo anno di attività.
L’accoglienza è trionfale, non si registra il sold out, ma i non pochi presenti sono prontissimi a scatenarsi nonappena la storica band californiana sale sul palco. Ci sono in totale tredici elementi sul palco, di cui un totale di ben cinque chitarristi (tra le cui mani passano tante caratteristiche e simboliche Fender Jaguar), un polistrumentista ai fiati che si è destreggiato tra sax, armonica e flauto, tre tastieristi e ovviamente nessun corista aggiunto... quello sarebbe stato davvero eccessivo! La quantità di elementi e strumenti sul palco garantisce una resa praticamente impeccabile dei brani, la band è rodata ed i redivivi “ragazzi della spiaggia” non sembrano corrosi più di tanto dagli anni che si sono inesorabilmente abbattuti sui loro corpi, ma non sui loro spiriti. Il più provato, che evidentemente paga ancora lo scotto degli eccessi giovanili (ma chi è senza peccato scagli la prima pietra), è (nemmeno a dirlo) il leggendario Brian Wilson, seduto davanti al suo pianoforte bianco, a dir poco “minimale” nei movimenti scenici... Se Brian, con la sua immobilità e la sua somiglianza con Don Lurio (ipse dixit di una spettatrice bionda tra le prime file, io me ne lavo le mani) non si può certo dire che sia “l’anima della festa”, a movimentare la situazione ci pensano gli altri superstiti della formazione originale a partire da Al Jardine, che sembra un hobbit, ma soprattutto un incredibile Mike Love, perfetto nell’esecuzione di tutti i brani e sul quale addirittura serpeggiava il sospetto che si esibisse in playback, malignerie che, dal ravvicinato punto di vista della prima fila, hanno perso di consistenza e di credibilità.
Il mega-revival di questa sera non è solo nell’infinito elenco di brani in scaletta (ben 45 in totale) ma coinvolge anche la line-up, perché come già accennato prima, per il Cinquantesimo Anniversario, Wilson e soci non si vogliono far mancare nulla, tantomeno David Marks, che nella storia della band fu il sostituto di Jardine dal febbraio 1962 all'ottobre 1963 e non si rifece vivo nella band prima della fine degli anni 80, ma lo spazio sul palco è grande, quindi c’è posto anche per lui. Non poteva mancare neppure Bruce Johnston, il “protetto” di Brian Wilson, anche lui non facente parte della line-up originale, ma diventato membro effettivo dopo varie sostituzioni, presenze in tour ed infine apporti e contributi sempre maggiori, sia in sede di composizione che successivamente di produzione. La copiosa quantità di brani, contraddistinti naturalmente dalla breve durata, rendono lo spettacolo godibile e scorrevole, dai pezzi più movimentati come Surfin’ Safari alle ballate “stile festa di fine anno della classe del 62” come Surfer Girl. Le hit ci sono tutte naturalmente, lo show è studiato per far sì che negli occhi e nei cuori dei presenti accorsi rimanga il miglior ricordo possibile di questa pietra miliare della storia della musica rock e l’obiettivo viene centrato in pieno. Ci scappa anche un brano di rappresentanza tratto dall’ultimo lavoro, che dà anche il titolo all’album stesso, That’s Why God Made The Radio, piacevole, anche se tutti sono più propensi a sentir parlare di Dio soltanto in termini di God Only Knows.
Nel rush finale, che sarà un crescendo dei brani più significativi della produzione dei Beach Boys, figura anche la cover di California Dreamin', che di certo non stona con il mood e con le “tematiche” degli altri brani... anzi, dà lo spunto per una delle considerazioni più spassose che si sono udite nel goliardico ed entusiasta pubblico delle prime file, ovvero: “ma se questi anziché in California fossero nati a Fregene... ma che se inventavano?!” La devozione di fronte a questi monumenti del rock si mischia con l’ironia a volte dissacrante, ma sempre bonaria. Stasera la risposta a tutte le domande è sempre God Only Knows...
SETLIST:
Do It Again Little Honda Catch A Wave Hawaii Don't Back Down Surfin' Safari Surfer Girl It's OK You're So Good To Me Getcha Back Then I Kissed Her Please Let Me Wonder Wendy Come Go With Me Why Do Fools Fall In Love When I Grow Up (To Be a Man) Darlin' Cotton Fields Be True To Your School Don't Worry Baby Little Deuce Coupe 409 Shut Down I Get Around In My Room California Saga Sail On, Sailor All This Is That Good Timin' Heroes And Villains That's Why God Made The Radio California Dreamin' God Only Knows Sloop John B Wouldn't It Be Nice Good Vibrations California Girls All Summer Long Help Me, Rhonda Rock And Roll Music (band intro) Barbara Ann Surfin' USA Encore: Kokomo Do You Wanna Dance? Fun, Fun, Fun
Articolo del
05/08/2012 -
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