|
Il ritorno dei Placebo a Rock in Roma è salutato da una grande affluenza di pubblico che sembra premiare la virata verso un “mainstream rock” che da qualche anno è il nuovo orientamento musicale della band. Il gruppo inglese, formatosi intorno al 1994 all’ombra dei Cure di Robert Smith è riuscito a farsi conoscere attraverso una musicalità che mescolava post punk e dark wave, e che esaltava le doti interpretative di Brian Molko, il vocalist del gruppo, personaggio che si è rivelato nel tempo assolutamente carismatico. Dopo la sostituzione di Steve Hewitt, il batterista originario, con il californiano Steve Forrest, nel 2008, possiamo ben dire che anche l’identità della band si è alquanto modificata. L’ultimo album di inediti dei Placebo rimane “Battle For The Sun” del 2009, un disco altisonante e decisamente hard rock che però ha messo da parte ricercatezze e sfumature musicali tipiche della prima stagione della band.
Questa sera sul palco dell’Ippodromo di Capannelle ritroviamo quella che è la “line up” attuale, formata da Brian Molko, alla chitarre e voce, da Stefan Olsdal, al basso e dal sopra citato Steve Forrest, alla batteria. Accompagnati da un secondo chitarrista e da una giovane musicista che si alterna al violino e alle tastiere, i Placebo ripercorrono in concerto sedici anni di carriera e rivisitano i brani che hanno fatto la storia del gruppo alla luce della loro nuovo formula espressiva. Canzoni come Every Me And Every You , Special Needs e in particolare For What It’s Worth si adattano alla perfezione all’hard-pop confezionato da Brian Molko e soci, un approccio che ha permesso loro di abbracciare un pubblico più vasto che balla con gusto per tutta le sera, senza far mancare accenni di pogo. Non ci sono tracce dei nuovi brani che andranno a comporre il tanto atteso settimo album del gruppo, se non prima del saluto finale, quando Brian Molko introduce B3, una canzone nuova che però - sia nel ritmo che nelle armonie - non sembra allontanarsi poi tanto dalle composizioni già sentite sul disco precedente. Per il resto il concerto si sviluppa come un’ondata di rock percussivo e dalle tonalità molto alte che è adatta per i Summer Festival all’aperto, ma che mette in secondo piano le rifiniture del violino, per esempio, che trovano un po’ di spazio solo in alcuni momenti, quelli collegati all’esecuzione di I Know, una “slow ballad” decisamente melodica, e di Song To Say Goodbye un brano tratto da “Meds”, forse il disco più maturo, l’album più riuscito dell’epopea dei Placebo.
Durante il concerto Brian Molko vede davanti a sé migliaia di mani alzate, molte delle quali però intente ad impugnare macchine fotografiche o videocamere. Vede anche un tipo con l’I-Pad pronto a catturare ogni singolo momento dello show. Non gradisce, invoca loro di smetterla, di godersi il concerto per quello che è, senza stare a pensare che bisogna “immortalare” ogni istante. Non viene ascoltato. Poco male . Si raccoglie quello che si semina: se accetti di diventare “testimonial” della Mercedes Benz per il lancio della nuova Classe A, se misuri il tuo talento artistico in base al fatto che l’ultimo album è al primo posto delle classifiche di vendite sia negli U.S.A. che in Giappone, allora vuol dire che hai accettato pienamente le regole dello “show biz” e non sarà uno scatto fotografico in più o in meno a salvarti l’anima. Prima della fine riconosciamo Running Up That Hill!, un classico di Kate Bush, rivisitato naturalmente in chiave hard rock dai Placebo. Il concerto si chiude in modo corale con le grida lancinanti di Someone Call the Ambulance tratto da Infra-Red, un altro dei brani di punta del terzetto dei Placebo, che vivono adesso una dimensione nuova, più solare, più positiva, ma che forse hanno deciso di mettere momentaneamente da parte la ricerca di nuove armonie. L’adrenalina comunque c’è ed arriva, nessuno resta deluso e quelle sferzate hard rock sotto un clima torrido hanno di certo un effetto tonificante per tutti noi.
SET LIST Kitty Litter Battle For The Sun Every Me And Every You Speak In Tongues Black Eyed Special Needs For What It’s Worth I Know Slave To The Wage Bright Lights Meds Teenage Angst Song To Say Goodbye The Bitter End
Encore Running Up That Hill Post Blue B3 Infra-Red
La foto di Brian Molko è di Maria Chiara Tortora
Articolo del
14/08/2012 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|